2014-04-16 10:26:46

Udienza generale, la via della spogliazione di Cristo al centro della catechesi del Papa


La via della spogliazione di Cristo è stato il tema al centro della catechesi di Papa Francesco durante l’udienza generale svoltasi in Piazza San Pietro in questo Mercoledì della Settimana Santa. La liturgia odierna – ha detto il Papa – ci presenta “il racconto del tradimento di Giuda, che si reca dai capi del Sinedrio per mercanteggiare e consegnare ad essi il suo Maestro. ‘Quanto mi date se io ve lo consegno’. Gesù da quel momento ha un prezzo. Questo atto drammatico segna l’inizio della Passione di Cristo, un percorso doloroso che Egli sceglie con assoluta libertà. E lo dice chiaramente Lui stesso: «Io do la mia vita… Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo» (Gv 10,17-18). E così incomincia quella via dell’umiliazione, della spogliazione, con questo tradimento. Gesù, come se fosse nel mercato: 'Questo costa 30 denari…'. E Gesù percorre questa via dell’umiliazione e della spogliazione fino in fondo”.

“Gesù – ha proseguito il Papa - raggiunge la completa umiliazione con la «morte di croce». Si tratta della morte peggiore, quella che era riservata agli schiavi e ai delinquenti. Gesù era considerato un profeta, ma muore come un delinquente. Guardando Gesù nella sua passione, noi vediamo come in uno specchio anche le sofferenze di tutta l’umanità e troviamo la risposta divina al mistero del male, del dolore, della morte. Tante volte avvertiamo orrore per il male e il dolore che ci circonda e ci chiediamo: «Perché Dio lo permette?». È una profonda ferita per noi vedere la sofferenza e la morte, specialmente quella degli innocenti!”.

A braccio ha aggiunto: "Quando vediamo soffrire i bambini, è una ferita nel cuore. E’ il mistero del male. E Gesù prende tutto questo male, tutta questa sofferenza su di sé. Questa settimana, ci farà bene a tutti noi guardare il Crocifisso, baciare le piaghe di Gesù, baciarle nel Crocifisso. Lui ha preso su di sé tutta la sofferenza umana".

“Noi attendiamo che Dio nella sua onnipotenza – ha proseguito - sconfigga l’ingiustizia, il male, il peccato e la sofferenza con una vittoria divina trionfante. Dio ci mostra invece una vittoria umile che umanamente sembra un fallimento. E possiamo dire: Dio vince proprio nel fallimento. Il Figlio di Dio, infatti, appare sulla croce come uomo sconfitto: patisce, è tradito, è vilipeso e infine muore. Gesù permette che il male si accanisca su di Lui e lo prende su di sé per vincerlo. La sua passione non è un incidente; la sua morte – quella morte – era ‘scritta’”.

"Davvero, non abbiamo tante spiegazioni - ha osservato - è un mistero sconcertante, il mistero della grande umiltà di Dio: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito» (Gv 3,16). Questa settimana pensiamo tanto al dolore di Gesù e diciamo a noi stessi: ‘E questo è per me. Anche se io fossi stata l’unica persona nel mondo, Lui l’avrebbe fatto. L’ha fatto per me’. E baciamo il Crocifisso e diciamo: ‘Per me. Grazie Gesù. Per me’. E Quando tutto sembra perduto, quando non resta più nessuno perché percuoteranno «il pastore e saranno disperse le pecore del gregge» (Mt 26,31), è allora che interviene Dio con la potenza della risurrezione”.

“La risurrezione di Gesù – ha aggiunto ancora Papa Francesco - non è il finale lieto di una bella favola, non è l’happy end di un film ma è l’intervento di Dio Padre là dove s’infrange la speranza umana. Nel momento in cui tutto sembra perduto, nel momento del dolore e in cui tante persone sentono come il bisogno di scendere dalla croce, è il momento più vicino alla risurrezione. La notte diventa più oscura proprio prima che incomincia la mattina, prima che incomincia la luce. Nel momento più oscuro interviene Dio. Resuscita”.

Il Papa ha continuato: “Gesù, che ha scelto di passare per questa via, ci chiama a seguirlo nel suo stesso cammino di umiliazione. Quando in certi momenti della vita non troviamo alcuna via di uscita alle nostre difficoltà, quando sprofondiamo nel buio più fitto, è il momento della nostra umiliazione e spogliazione totale, l’ora in cui sperimentiamo che siamo fragili e peccatori. È proprio allora, in quel momento, che non dobbiamo mascherare il nostro fallimento, ma aprirci fiduciosi alla speranza in Dio, come ha fatto Gesù”.

Quindi ha così concluso la sua catechesi in italiano: “Cari fratelli e sorelle, questa settimana ci farà bene prendere il crocifisso in mano e baciarlo tante volte e dire: ‘Grazie Gesù, grazie Signore’. Così sia”.


Salutando i pellegrini di lingua portoghese, ha invitato a prendere “come amica e modello di vita la Vergine Maria, che è rimasta presso la croce di Gesù, amando, anche Lei, fino alla fine. E chi ama passa dalla morte alla vita. È l’amore che fa la Pasqua”.

Ha quindi rivolto “un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente”. “Viviamo la Settimana Santa – è stata la sua esortazione - seguendo Gesù imparando ad uscire da noi stessi per andare incontro agli altri, verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, soprattutto quelli più lontani, che sono dimenticati, che hanno più bisogno di comprensione, consolazione e aiuto”.

Salutando i fedeli polacchi, ha ricordato che “domani entriamo nel Triduo Pasquale che ci introduce nel mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo. Esso fa memoria di Gesù crocifisso. In Lui Dio ama e perdona tutti e ci stringe a sé. La gioia della mattina di Pasqua vi coinvolga, faccia risplendere la vita di ciascuno di voi di speranza, fiducia e pace”.

Infine il saluto ai pellegrini di lingua italiana: “Sono lieto di accogliere i partecipanti al Congresso UNIV per studenti universitari sull’ecologia della Persona e del suo ambiente, promosso dalla Prelatura dell’Opus Dei. Saluto i gruppi parrocchiali e le numerose Associazioni, in particolare la Comunità Romena in Italia. La visita alla Città Eterna in occasione della Santa Pasqua vi faccia riscoprire il senso cristiano della festa come momento di incontro con Dio e di gioia comunitaria con i fratelli. Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Domani inizia il Triduo Pasquale, cuore dell’anno liturgico. Cari giovani, riflettete sul prezzo di sangue pagato dal Signore per la nostra salvezza. Cari malati, il Venerdì Santo vi insegni la pazienza nei momenti di croce. E voi, cari sposi novelli, riempite della gioia della Risurrezione le vostre mura domestiche. Grazie”.









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