2014-04-16 13:42:41

Ucraina, avanzano i filorussi. La diplomazia cerca una via d'uscita


L’Ucraina sempre al centro del confronto diplomatico tra Russia e occidente. Toni drammatici ieri nella telefonata tra la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente russo, Vladimir Putin, che ha parlato di un Paese sull’orlo della guerra civile. I due leader hanno espresso, tuttavia, speranze per i colloqui di domani a Ginevra tra Russia, Unione Europea, Stati Uniti e Ucraina. Intanto, sul terreno continua l’offensiva delle milizie vicine a Mosca nell’est russofono. Inquietante quanto trapelato da intercettazioni dei Servizi segreti ucraini, secondo cui la Russia avrebbe dato ordine di sparare per uccidere. Sul rischio di guerra civile in Ucraina, Giancarlo La Vella ha intervistato Fabrizio Dragosei, inviato a Mosca del Corriere della Sera:RealAudioMP3

R. – Dobbiamo fare attenzione a non esagerare. Questa della guerra civile è sicuramente la tesi della Russia e la tesi di Vladimir Putin, volta a dire che il governo di Kiev ormai non è più in grado di tenere assieme il Paese. Vediamo quello che sta succedendo realmente. Ci sono stati certamente degli scontri, ma in realtà questa famosa operazione antiterroristica si è limitata, ieri, a ricatturare un aeroporto militare. Si parla di alcune vittime, ma non è provato neanche questo. Di sicuro, l’esercito ucraino si è tenuto ben lontano dalle città, dove diversi edifici pubblici sono in mano ai rivoltosi, e questo è un gran sollievo, perché certamente un intervento dell’esercito in queste città porterebbe veramente a un bagno di sangue. Ma siamo sicuramente ben lontani da uno scontro paragonabile all’inizio di una guerra civile.

D. – In tal senso, quindi, anche la notizia diffusa dai Servizi ucraini, secondo cui i miliziani filorussi sarebbero stati invitati a sparare per uccidere, farebbe parte insomma di questa guerra, che ha anche risvolti mediatici?

R. – Diciamo che sicuramente la notizia potrebbe essere verosimile, nel senso che è interesse della Russia, in questo momento, far salire la tensione. La guerra dell’informazione però c’è sempre stata in qualsiasi situazione di conflitto e, in questo caso, è sicuramente molto attiva. Ma atteniamoci ai fatti: per ora la situazione sembra meno grave di come la dipingono le parti interessate.

D. – Tutte le speranze sono rivolte all’imminente incontro diplomatico a quattro. Che cosa ne può venire fuori?

R. – Sì, diciamo che le speranze sono rivolte a quell’incontro. La Russia chiedeva delle precondizioni, che non sembra siano state accolte: una era quella di parlare del nuovo assetto costituzionale dell’Ucraina e la seconda era che rappresentanti delle regioni dell’est partecipassero a questo incontro. Sicuramente, è importante ed è un passo per ridare la parola alla diplomazia, perché come l’Europa va dicendo da molto tempo – e in questo si distingue un po’ dagli Stati Uniti – la questione ucraina non si risolve né con gli atti di forza da parte della Russia né, probabilmente, con atti di forza dell’occidente, come potrebbero essere sanzioni molto severe, che alcuni a Washington vorrebbero. Diciamo che ora vedremo se la diplomazia tornerà ad avere un ruolo da protagonista.







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