Kenya. Il card. Njue: “Garantire la sicurezza nel rispetto dei diritti umani”
Coniugare le esigenze di sicurezza con il rispetto dei diritti umani, senza discriminazione
di religione, tribù o etnia. È quanto hanno chiesto le principali confessioni cristiane
del Kenya per bocca del card. John Njue, arcivescovo di Nairobi, nel corso di una
conferenza stampa tenutasi nella chiesa di Tutti i Santi della capitale keniana, rivolgendo
un messaggio comune ai fedeli per la Pasqua.
In Kenya - riferisce l'agenzia
Fides - dopo gli ultimi attentati attribuiti agli Shabaab somali, le forze di sicurezza
hanno varato una vasta campagna di ricerca dei sospettati, che ha sollevato critiche
e preoccupazioni da parte di diverse agenzie umanitarie per il timore di discriminazioni
nei confronti dei rifugiati e dei cittadini di origine somala. Dal 4 aprile ben 4.000
persone sono state arrestate in tutto il Kenya e in particolare nel quartiere somalo
di Nairobi, Eastleigh. Dopo essere stati detenuti in centri di polizia o negli stadi
per essere identificati e interrogati, una parte dei fermati sono stati poi rilasciati
mentre 82 somali sono stati espulsi dal Paese.
“Facciamo appello al Presidente
e alle principali agenzie governative perchè intensifichino gli sforzi per garantire
un Paese sicuro per le attuali e future generazioni” ha detto il cardinale. Allo stesso
tempo ha chiesto alle agenzie di sicurezza di condurre le operazioni in modo da “preservare
la dignità della vita che deve rimanere una priorità”.
Il card. Njue ha ricordato
la diffusione di armi illegali nel Paese, che ha raggiunto livelli “allarmanti” e
che contribuisce ad aumentare i crimini violenti. “Rapine a mano armata, abigeato,
bracconaggio, stupri e altri crimini minori devono essere affrontati” ha affermato
il Cardinale, che ha denunciato la “negligenza e la corruzione che stanno dietro ad
ogni arma illegale”. (R.P.)