Sud Sudan. Appello dei leader cristiani: fermate la violenza
“L’attuale situazione non potrà mai essere risolta con mezzi militari; al contrario
la guerra prolunga e aggrava questa indesiderabile condizione. La parti in conflitto
devono quindi porre gli interessi del popolo al di sopra delle loro ambizioni personali”
afferma una dichiarazione del South Sudan Council of Churches, l’organismo che riunisce
i leader delle principali confessioni cristiane del Sud Sudan (compresa la Chiesa
cattolica).
La dichiarazione è pervenuta all’agenzia Fides mentre negli Stati
di Unità e dell’Alto Nilo continuano gli scontri tra le forze governative del Presidente
Salva Kiir e i ribelli dell’ex vice Presidente Riek Machar. I leader religiosi invitano
i contendenti a rispettare l’accordo di cessate il fuoco da loro firmato il 23 gennaio
ad Addis Abeba. “È un cessate il fuoco molto fragile e la comunità internazionale
deve dimostrare un forte impegno affinché le due parti lo rispettino” afferma il documento.
I
combattimenti hanno provocato una crisi umanitaria molto grave; per questo i leader
cristiani chiedono non solo la fine delle ostilità ma soprattutto aiuti internazionali
“per gli sfollati, le cui proprietà sono state distrutte”. Facendo riferimento al
referendum del 2011 che ha portato all’indipendenza del Paese dal Sudan, il documento
conclude affermando che “Questo non è il futuro per il quale la popolazione ha votato.
Vuole uno Stato libero e indipendente. Il popolo ha votato per vivere in pace e in
comunione di amore con tutti, come fratelli e sorelle del popolo di Dio”. (R.P.)