Siria: a Maalula chiese devastate e icone profanate
Dopo la riconquista del villaggio cristiano di Maalula – 55 chilometri a nord est
di Damasco - da parte dell'esercito governativo siriano, le immagini e le descrizioni
diffuse dalle fonti governative e anche dalle agenzie giornalistiche internazionali
documentano la devastazione subita dai luoghi di culto cristiani durante i 4 mesi
in cui la città è rimasta sotto l'occupazione delle milizie ribelli. In particolare,
danni gravi sono stati subiti dal santuario greco-melchita di Mar Sarkis, dove la
chiesa appare devastata, il pavimento è cosparso di oggetti religiosi, immagini e
libri sacri danneggiati, sono scomparse le icone conservate nella sacrestia e non
ci sono più né le campane né la croce che sormontava la cupola del convento greco-melchita.
Il
santuario, fondato alla fine del V secolo, è dedicato ai santi Sergio e Bacco, militari
romani martirizzati per la loro fede sotto l'Imperatore Galerio. (250-311 d.C.). Sull’altura
che sovrasta il santuario c'è l' Hotel Safir, un albergo che dominava il villaggio
e che era stato scelto come quartier generale dalle milizie ribelli.
Prima
di venire travolto dalla guerra civile, nel villaggio rupestre di Maalula - che oggi
appare disabitato - vivevano 5mila siriani, in grande maggioranza cristiani (greco-cattolici
e greco-ortodossi). La riconquista di Sarkha, Maalula e Jibbeh è il risultato dell'offensiva
con cui l'esercito siriano governativo ha ripreso il controllo quasi integrale della
regione del Qalamun, dove passa anche la via strategica con cui i ribelli facevano
giungere armi alle loro roccaforti nei dintorni di Damasco. In tale offensiva i reparti
militari siriani vengono supportati dalle milizie sciite libanesi di Hezbollah. Proprio
tre operatori della rete televisiva di Hezbollah al-Manar TV sono stati uccisi da
raffiche sparate da cecchini mentre stavano documentando la riconquista di Maalula.
(R.P.)