2014-04-15 14:01:15

Profughi siriani in Giordania: a Karak l'emergenza non è finita


“Anche se l’attenzione internazionale è scemata, l’emergenza qui non è finita e l’afflusso dei profughi dalla Siria continua ad essere costante”: a raccontarlo all'agenzia Misna è suor Alessandra Fumagalli, comboniana e direttrice dell’Ospedale italiano di Karak, a circa 150 chilometri da Amman. Nella zona, i rifugiati siriani sono oltre 10.000 e hanno come unico punto di riferimento il poliambulatorio gestito dalle religiose.

“Negli ultimi tre mesi, con l’assistenza di Caritas e Unhcr, abbiamo dato assistenza a oltre 1170 persone, perlopiù donne, gravide o con bambini piccoli” dice la missionaria, secondo cui con l’arrivo della primavera “stanno aumentando le infezioni respiratorie e le febbri, che vanno ad aggiungersi alle normali patologie a cui assistiamo da mesi”.

Problemi legati alla gravidanza, ma anche scabbia e malattie derivanti dalle scarse condizioni igienico-sanitarie imposte da un viaggio lungo, in zone disabitate e inospitali. “Alcune donne sono costrette a partorire da sole nel deserto – spiega – e giungono da noi per curare e reidratare questi bimbi, che troppe volte muoiono per disidratazione, denutrizione e ustioni”. Unico Centro attrezzato della regione, il nosocomio è troppo decentrato per usufruire degli aiuti di organizzazioni internazionali e del governo giordano, che coprono principalmente la parte nord del Paese, mentre l’altro ospedale più vicino è ad Amman. Ma le risorse non sono sufficienti.

“Quello che ci dà più forza per andare avanti – racconta la religiosa – è la dignità e la pazienza di queste persone che, pur costrette ad abbandonare tutto, non perdono il loro decoro e il senso di umanità gli uni nei confronti degli altri”.

Tra poche settimane, con l’arrivo del caldo, la scarsità di acqua, in una zona per lo più desertica, “sarà di certo un problema con cui confrontarci” osserva la missionaria, “ma quello che vogliamo far sapere al mondo è dell’esistenza di queste persone, che rischia di passare inosservata”. (R.P.)







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