La Messa in Coena Domini al Centro Don Gnocchi, una carezza del Papa ai più fragili
Mons. Angelo Bazzari, presidente Fondazione Don Carlo Gnocchi E' un gesto
che il Papa compie sempre nel solco di quella convincente Chiesa che vuole inforcare
il grembiule del servizio a favore degli ultimi che - evangelicamente- sono poi i
primi. Questo regalo è certamente una tenera carezza che Francesco fa al mondo della
sofferenza, all'universo abitato dai più fragili e dai più vulnerabili. Un
gesto che certamente vuole seminare speranza e diventa anche un modello poi da imitare
perché si pone in continuità non solo con i gesti del nostro fondatore ma anche con
tutta l'azione della Fondazione nei suoi oltre sessant'anni di vita. La
cosa è stata semplice: ho inviato una lettera al Papa e poi l'ho incontrato, per un
paio di minuti, in piazza S. Pietro e gli ho rinnovato l'invito. Mi rispose : "Perché
no? Pensiamoci su". Poi quando ci è arrivata la notizia della sua decisione ha suscitato
in tutti noi grande ammirazione e una gioiosa e trepidante attesa. Lo consideriamo
un gesto di grande apprezzamento per tutto il mondo della disabilità. Giovedì
Francesco incontrerà tutti i nostri operatori dei due centri di Roma, 'S. Maria della
pace' e 'S. Maria della provvidenza', ai quali abbiamo aggregato anche delle delegazioni
di tutti i nostri 27 centri dislocati in Italia, sia per quanto riguarda i disabili,
i loro familiari, i volontari, gli operatori e coloro che sono un po' parte degli
'Amis della baracca' di don Gnocchi. Naturalmente in una festa che vuole
essere più che ufficiale un momento intimo e familiare, così come la circostanza liturgica
richiama e com'è nello stile di Papa Francesco. Per il rito della lavanda
dei piedi abbiamo scelto dodici disabili di diversa età, etnìa e di diversa appartenenza
religiosa, con handicap di diversa gravità. E' infatti un gesto davvero
universale di un Dio che si fa uomo e serve tutta l'umanità ed è segno della misericordia
evangelica che vuole abbracciare con il gesto del Papa tutto il mondo della sofferenza. Il
nostro fondatore nel suo testamento spirituale, la sua opera ultima, 'Pedagogia del
dolore innocente', dopo aver abbracciato con tenerezza e amore le sofferenze derivate
dalla seconda guerra mondiale che avevano investito i più disarmati, gli esordienti
nella vita, si chiedeva 'Perché il dolore?'. E si rispondeva: 'Perché siano manifestate
le opere di Dio e degli uomini'. Noi, in questi sessant'anni di vita, non
abbiamo fatto altro che essere fedeli all'imperativo di don Gnocchi, che per noi è
diventato un impegno di coerenza e fedeltà e anche una bussola di orientamento. La
nostra è quindi una risposta al dolore, che vuole essere un'iniezione di fiducia,
una speranza affidabile e un imperativo etico per continuare nella quotidianità a
servire queste diecimia persone che si presentano ogni giorno nei nostri centri a
cercare salute, speranza e serenità di vita.
Il Giovedì Santo
Papa Francesco celebrerà la Santa Messa in 'Coena Domini' alle 17.30 nella Chiesa
del Centro romano "S. Maria della Provvidenza" della Fondazione Don Gnocchi tra i
disabili e gli operatori dell'Opera del "papà dei mutilatini". La Messa sarà caratterizzata
dal gesto della lavanda del vescovo di Roma a dodici ospiti disabili della Fondazione
Don Gnocchi. (Intervista a cura di Fabio Colagrande)