Le celebrazioni di Papa Francesco per il Triduo Pasquale
I giorni della Settimana Santa sono per la Chiesa un cammino densissimo di spiritualità
e ritualità, come dimostra il tradizionale e fitto calendario di appuntamenti di Papa
Francesco, in particolare modo durante il Triduo Pasquale. Lo ricorda in questo servizio
Alessandro De Carolis:
Giuda che lo
tradisce o il Cireneo che lo aiuta con la croce? Pilato che lo lascia condannare lavandosene
le mani o sua Madre che usa le mani per accarezzare le sue piaghe? La folla che lo
sbeffeggia impietosamente o le donne che pietosamente fanno proprio ogni minuto della
sua agonia? È un esame di coscienza stringente quello col quale Papa Francesco ha
aperto ieri la Settimana Santa. “Chi sono io davanti a Gesù che soffre?” è la domanda
che accompagnerà i cristiani in questi giorni in cui la verità della fede diventa,
più che in altri momenti, un’esperienza di carne e sangue. Un’esperienza alla quale,
nel corso del suo primo anno di Pontificato, Francesco – il Papa delle “periferie”
– ha abituato la Chiesa, spronandola ad aprire le porte e a diventare un cuore palpitante
di carità verso chi è sempre ai margini, ancor più quando il resto del mondo festeggia
spensierato le grandi ricorrenze:
“La Settimana Santa è un tempo di grazia
che il Signore ci dona peraprire le portedel
nostro cuore, della nostra vita, delle nostre parrocchie - che pena, tante parrocchie
chiuse! – nelle nostre parrocchie, dei movimenti, delle associazioni, ed 'uscire'
incontro agli altri, farci noi vicini per portare la luce e la gioia della nostra
fede. Uscire sempre!”. (Udienza generale, 27 marzo 2013)
Uscire come uscì,
sorprendendo tutti, il Papa delle periferie, quando il Giovedì Santo dello scorso
anno invece della navata centrale di S. Pietro imboccò la più modesta cappella del
Carcere minorile di Casal del Marmo. Forse non altrettanto clamore mediatico, ma comunque
un’onda grande di commozione susciterà anche quest’anno vederlo chinarsi a lavare
i piedi degli ospiti del Centro Santa Maria della Provvidenza, gestito dalla Fondazione
Don Carlo Gnocchi, nella Messa “in Coena Domini” in programma per le 17.30
di giovedì prossimo, dopo che nella mattina, alle 9.30, il Papa avrà presieduto la
Messa Crismale in San Pietro. E sempre nella Basilica, ventiquattr’ore dopo, alle
17, la celebrazione della Passione farà rivivere attraverso la lettura del “Passio”
e la meditazione di padre Raniero Cantalamessa la lunga notte di Gesù tra Giuda e
gli discepoli “addormentati”, tra Pilato, i soldati e il Calvario, in un percorso
che poche ore dopo, dalle 21.15, Papa Francesco e la folla del Colosseo ripercorreranno
nella Via Crucis raccontata da mons. Bregantini. Ore impossibili da comprendere, ha
spiegato più volte Papa Francesco, per quei cristiani da salotto che il Golgota preferiscono
guardarlo da lontano:
“Spesso ci accontentiamo di qualche preghiera, di
una Messa domenicale distratta e non costante, di qualche gesto di carità, ma non
abbiamo questo coraggio di ‘uscire’ per portare Cristo. Siamo un po’ come San Pietro.
Non appena Gesù parla di passione, morte e risurrezione, di dono di sé, di amore verso
tutti, l’Apostolo lo prende in disparte e lo rimprovera”. (Udienza generale, 27 marzo
2013)
Dopo il silenzio di Sabato Santo, la Madre di tutte le gioie, la
Veglia che illuminerà di luce un sepolcro vuoto e che il Papa presiederà nella Basilica
Vaticana a partire dalle 20.30. Il momento in cui, forse, in coscienza si potrà dare
a Dio e a se stessi la risposta alla madre di tutte le domande: “Chi sono io davanti
a Gesù che soffre?”. La risposta più atentica per prepararsi a vivere la Pasqua con
Papa Francesco, che alle 10.15 sarà sull'altare di Piazza San Pietro per la Messa
del giorno, cui segue a mezzogiorno il suo Messaggio pasquale e la Benedizione Urbi
et Orbi, impartita dalla Loggia centrale della Basilica vaticana.