Immigrati, Caritas: "Flussi in aumento. Serve adeguare accoglienza e coinvolgere l'Europa"
"Negli ultimi
anni ci siamo abituati a un ritmo di arrivi di circa 35mila, 40mila immigrati all'anno.
Ma quella attuale, se confrontata con quella dello scorso anno, si profila sicuramente
come una stagione eccezionale per quanto riguarda gli arrivi sulle coste italiane".Oliviero Forti, responsabile Ufficio Immigrazione della Caritas italiana,
commenta così l'intensificarsi dei soccorsi in mare, compiuti dai mezzi interforze
dell'operazione 'Mare Nostrum', al largo delle coste della Sicilia e della Calabria.
Secondo dati dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati, sarebbero oltre 6.500 i
migranti soccorsi, a bordo di oltre quaranta imbarcazione sovraffollate, solo negli
ultimi giorni. "Sono solo le prime settimane di bel tempo ed è pensabile che i
flussi aumenteranno. E i centri istituzionali - spiega Forti - sono già tutti pieni".
"Noi seguiamo l'evolversi in collegamento con il Ministero dell'Interno e con le altre
autorità deputate alla gestione dei flussi", spiega il responsabile Caritas. "Però
il vero grande sforzo si fa sui territori. Immediatamente, sin da gennaio, siamo stati
coinvolti dal Ministero, attraverso le Prefetture, al coordinamento dell'accoglienza.
Ma abbiamo subito, attraverso una lettera aperta, lamentato una mancanza di coordinamento
che ci mette in difficoltà perché veniamo coinvolti nell'arco di poche ore in operazioni
di accoglienza che riguardano diverse migliaia di persone. Allestire centri di
accoglienza dignitosa e orientamento per persone che hanno affrontato viaggi così
faticosi non è facile. Quello che è mancato è un tavolo di coordinamento nazionale
da cui far derivare tutte le azioni sul territorio". "Non si può poi sostenere,
come qualcuno ha fatto - prosegue Forti - che l'attuale aumento dei flussi sia dovuto
alla recente cancellazione del reato di immigrazione clandestina. Il migrante, il
profugo, non sta dietro alle modifiche legislative. Due anni fa il reato c'era e arrivarono
migliaia di persone. Si tratta solo di inutili strumentalizzazioni. Quello di
cui avremmo veramente bisogno è l'adeguamento del sistema di accoglienza italiano,
per quanto riguarda i numeri, e poi una presa in carico dell'Europa. Stiamo infatti
verificando sul campo che la permanenza dei migranti nei centri Caritas è, in molti
casi, di poche ore, perché per molti, come i cittadini siriani, l'Italia è solo un
Paese di transito. E' quindi un problema poi che riguarda l'Austria, la Germania,
la Svezia. E quindi anche il coordinamento a livello europeo diventa e diventerà sempre
più necessario". (a cura di Fabio Colagrande)