2014-04-14 12:47:32

Il Patriarca Bartolomeo I sul prossimo incontro con Papa Francesco


“Oggi, forse ancor più di 50 anni fa, c’è un urgente bisogno di riconciliazione e questo rende il prossimo incontro con il nostro fratello Papa Francesco a Gerusalemme un evento di grande significato e aspettativa”. Così il patriarca ecumenico Bartolomeo I spiega in un’intervista esclusiva all'agenzia Sir le ragioni che hanno spinto i leader delle due Chiese a darsi appuntamento a Gerusalemme il 25 e il 26 maggio per commemorare i 50 anni dall‘incontro nella Città santa tra Paolo VI e il patriarca Athenagoras. Molte sono le questioni che richiedono oggi un’azione comune e un’unica voce da parte delle Chiese.

Le elenca nell’intervista il patriarca: “La sofferenza delle persone in ogni angolo del pianeta oggi; l’abuso della religione per scopi politici o di altro tipo; le difficoltà che i cristiani di tutto il mondo affrontano in particolare nelle aree dove la Chiesa cristiana, a prescindere dalle identità confessionali, è nata e cresciuta; le ingiustizie inflitte ai membri più deboli delle società contemporanee e l’allarmante crisi ecologica che minaccia l’integrità e la sopravvivenza stessa della creazione di Dio: tutto ciò chiede un’azione comune e la soluzione dei problemi ancora ci divide”. Per questo - incalza - c’è un urgente bisogno di riconciliazione.

“Siamo convinti - afferma il patriarca Bartolomeo I - che i leader delle Chiese devono intraprendere passi decisi per riconciliare la Cristianità divisa e rispondere ai bisogni urgenti del nostro tempo. Certamente Papa Francesco è un leader sincero e altruista, che ha a cuore la divisione della Chiesa come anche la sofferenza del nostro mondo”. Facendo un bilancio del cammino percorso in questi 50 anni di dialogo, il patriarca ammette: “Non ci sono dubbi che il cammino delle due Chiese negli ultimi 50 anni non sia stato facile. Ciò nonostante, lo spirito di amore fraterno e rispettoso ha fortunatamente preso il posto della vecchia polemica, alimentata da sospetti e giudizi”. Ed aggiunge: “C’è ancora molto da fare e il percorso sembra essere lungo. Questa strada, comunque, deve essere intrapresa nonostante le difficoltà; non c’è alternativa”. (R.P.)







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