2014-04-13 14:14:10

Giovani. Estate nei campi volontariato, iniziative di "Terre e libertà"


Albania, Bosnia Erzegovina, Moldova e Africa sono alcuni dei Paesi che ospiteranno i ragazzi che decideranno di partecipare ai campi di volontariato internazionale “Terre e Libertà”, organizzati da giugno a fine agosto da Ipsia, l’Istituto per la pace, sviluppo e innovazione delle Acli. Da qualche giorno ci si può iscrivere per fare un’esperienza di vita comunitaria con giovani provenienti da tutto il mondo. Maria Cristina Montagnaro ha chiesto a Daniele Socciarelli, responsabile del progetto, quali sono le idee che sono dietro ai campi di volontariato:RealAudioMP3

R. - Le idee che stanno dietro i campi di volontariato internazionale sono quelle che riguardano la vicinanza con situazioni diverse rispetto alla nostra. Quindi, l’incontro e lo scambio con delle popolazioni, a volte molto vicine ma non così tanto dal punto di vista culturale. Quindi, l’abituare i ragazzi, fin da giovani, a un’apertura mentale su quello che è l’incontro con l’altro, l’incontro col prossimo.

D. - Che cosa fanno concretamente?

R. - I volontari si troveranno a conoscere delle piccole realtà di queste Paesi, spesso isolate, dove faranno un’attività molto semplice: giocheranno con i bambini del luogo, bambini che vanno dai 5-6 anni fino ai 12-13, con attività molto semplici di giochi di squadra, laboratori creativi, sport. Assieme a questo, ci sono poi una serie di iniziative di conoscenza del territorio attraverso l’attività di turismo responsabile.

D. - Ci può fare un esempio?

R. - I volontari che andranno a fare il campo di animazione in Kenya, a Meru - per utilizzare un esempio relativo all’Africa - svolgeranno due settimane di animazione presso una scuola vicino a Meru, un villaggio a circa tre ore da Nairobi. All’interno di questo villaggio c’è una fabbrica del commercio equo e solidale, che si chiama "Meru Herbs", di cui si trovano marmellate e tè presso le botteghe del commercio equo. I volontari, oltre ad avere la possibilità di conoscere l’inizio della filiera del commercio equo e solidale, potranno così dare una mano dal punto di vista lavorativo agli operai della fabbrica e attraverso di loro conosceranno il Paese con visite guidate nei territori circostanti, appoggiandosi a piccole realtà per dormire o magari piccole realtà che non sono all’interno del grande turismo per mangiare o per ottenere delle guide per il territorio.

D. - Quali sono le novità rispetto all’anno precedente?

R. - Per la prima volta, la prossima estate si svolgeremo attività in Moldova, per quanto riguarda l’Europa: è un progetto che nasce da una collaborazione interna con l’Ufficio del Patronato Acli, che è stato aperto a Chisinau, dove si svolgono pratiche sia di lavoro per migrazione o migrazione di rientro per i cittadini moldavi che vengono in Italia. Insieme con loro, realizzeremo delle attività presso l’orfanatrofio statale di Chisinau. E questa per noi è la prima esperienza in una ex Repubblica sovietica, dove non abbiamo mai svolto attività e soprattutto anche in un contesto molto più strutturato come quello di un orfanatrofio. Le altre due novità riguardano invece l’Africa. Svolgeremo attività in un campo in Burundi, presso un centro di riabilitazione per disabili motori: si tratta sempre di attività di animazione, gioco e laboratorio.

D. - Quali sono i benefici?

R. - Sicuramente, è quello di mettere in condivisione ciò che si ha. E' il fatto che questo tipo di esperienze ti portano a vivere e condividere per due o tre settimane - queste sono le durate dei campi, rispettivamente per l’Europa e l’Africa - con delle persone che hai conosciuto solamente per due fine settimana e con le quali ti trovi a condividere, 24 ore su 24 ore, la tua vita. Quindi, condivisione della propria persona e delle proprie abitudini con gli altri e aprire gli occhi. Noi utilizziamo molto spesso questo vecchio proverbio bosniaco, che ci accompagna da quando siamo nati: “Il mondo non è solo quello che vedi dal tuo balcone. Quindi affacciati ad altri balconi”.







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