Avvocati di strada: senzatetto in aumento, hanno diritto alla residenza
Legali a tutela dei senzatetto. L’Associazione “Avvocato di Strada” Onlus ha presentato
ieri i dati della sua attività rivolta appunto a chi non ha una casa. Si parla di
2.718 pratiche nel 2013 sul territorio nazionale, rispetto alle 2575 dell’anno precedente.
Il presidente dell'Associazione, Antonio Mumolo, ne parla al microfono di Elisa
Sartarelli:
R. – Le pratiche
più affrontate nel 2013 sono ancora quelle relative al diritto di residenza, perché
purtroppo ci sono sempre più persone che finiscono in strada e finendo in strada perdono
il diritto alla residenza o quanto meno vengono cancellate dalle liste anagrafiche
del Comune in cui risiedono. Con la perdita della residenza queste persone perdono
tutti i diritti, tra cui il diritto alla salute, perché senza residenza una persona
non è più iscritta agli elenchi del Servizio sanitario nazionale e quindi non ha diritto
al medico di base, né diritto al lavoro, perché senza residenza non si può lavorare.
Se non si ha una carta d’identità, non si può aprire una partita Iva, si perdono i
diritti politici, i diritti previdenziali. Quindi la battaglia sulla residenza continua.
Ci sono ancora molti sindaci che cercano di evitare di dare la residenza alle persone
che diventano povere e finiscono in strada, mentre la residenza è un diritto soggettivo,
fondamentale di ogni cittadino. Ben 270 persone si sono rivolte a noi per la residenza.
D. – Seguite più uomini o donne?
R. - In strada, attualmente, ci sono
come percentuale, rispetto a quelle persone che abbiamo seguito noi, il 64% di uomini
e il 35,9 - quasi il 36% - di donne. C’è un notevole aumento, purtroppo, delle donne
che finiscono in strada e arrivano ai nostri sportelli.
D. – Si tratta in
maggioranza di italiani o stranieri?
R. – Abbiamo come utenti il 59% di cittadini
extracomunitari, l’8% di cittadini comunitari e il 33% di cittadini italiani. Rispetto
agli anni scorsi, c’è un notevole aumento dei cittadini italiani in strada.
D.
– La crisi fa aumentare il numero dei senzatetto?
R. – Purtroppo sì. E questo
si può vedere davanti alla mensa della Caritas, dove le persone sono più che raddoppiate
negli ultimi anni. Bisognerebbe fare qualcosa, anche dal punto di vista politico.
Bisognerebbe introdurre delle norme affinché queste persone possano essere effettivamente
aiutate dal welfare locale, perché altrimenti non se ne esce.
D. – Potremmo
pensare che chi vive in strada sia più portato a delinquere rispetto ad altri. Sono,
invece, i senzatetto spesso a essere vittime di aggressioni…
R. – Assolutamente
sì. Se noi guardiamo nelle pratiche di diritto penale, vediamo che un numero molto
elevato – 45 persone l’anno scorso – si sono rivolte a noi in qualità di persona offesa:
quindi persone che sono state aggredite, minacciate, molestate. Poi, è chiaro che
sui media nazionali viene riportato il fatto eclatante, come quelle quattro persone
picchiate a Genova, oppure la persona cosparsa di alcol e data alle fiamme mentre
dorme su una panchina… Ma ce ne sono tantissime altre che vengono aggredite, vengono
molestate semplicemente perché sono povere, semplicemente perché sono costrette a
dormire in strada.
D. – A destare preoccupazione oggi è il "decreto Lupi"…
R.
– Il cosiddetto "decreto Lupi", che si occupa dei problemi della casa, stabilisce
all’art.5 che alle persone che occupano delle case, degli appartamenti o comunque
degli immobili non può essere concessa la residenza in quei locali. Il problema è
che ci sono tantissime famiglie che hanno occupato anche scuole in disuso, edifici
pubblici, e che vivono in quegli immobili. Se noi togliamo la residenza a queste persone,
il loro problema diventa ancora più grave e i loro figli faranno fatica ad andare
a scuola. Togliendo la residenza, quelle persone non avranno più l’assistenza del
Servizio sanitario nazionale. Quindi, questo decreto dovrebbe essere modificato, perché
un conto è non dare la residenza in un immobile, un conto invece è dire che la residenza
comunque viene concessa per esempio nella via fittizia, di cui ogni città deve dotarsi,
in cui dare la residenza senza fissa dimora. Senza un documento d’identità, queste
persone diventeranno invisibili... Mi auguro che venga modificata questa norma, almeno
spiegando come dare la residenza alle persone che sono costrette a vivere in immobili
occupati.