Turchia: Consulta boccia legge sul controllo dei giudici
In Turchia, si inasprisce la contrapposizione tra il governo Erdogan e la magistratura,
dopo che ieri la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge che da al ministro
della Giustizia il potere di nominare i membri del consiglio superiore della magistratura
e l'ultima parola sulle nomine dei magistrati. Un nuovo colpo ad una settimana dalla
decisione della Corte Costituzionale di sbloccare i social network oscurati dall’esecutivo.
Su questo contrasto, Marco Guerra ha sentito la prof.ssaCarmela
De Caro, ordinario di Diritto comparato pubblico alla Luiss:
R. - E’ la risposta
degli organi costituzionali rispetto ad un problema politico, perché la riforma costituzionale
del 2010, approvata con referendum e voluta da Erdogan, ha tentato di limitare - attraverso
il sistema delle nomine - la magistratura e in particolare i poteri della Corte costituzionale.
Quindi, la magistratura prima e la Corte poi rappresentano, diciamo, la legalità interpretata
da una magistratura che si pone in posizione neutrale ma contrastante rispetto l’andamento
di Erdogan. Da un certo punto di vista, è uno Stato costituzionale che resiste alle
"aggressioni" di Erdogan.
D. - Il contrasto è tale che la Corte costituzionale
è diventata una sorta di contropotere: c’è chi addirittura ipotizza una candidatura
del suo presidente, il conservatore Kilic, contro Erdogan alle presidenziali di agosto…
R.
- Quanto al ruolo del presidente della Corte costituzionale e alla possibilità che
sia effettivamente un antagonista politico, credo che oggi non si possa dire. Bisogna
vedere lo sviluppo nelle prossime settimane. Escluderei che le sentenze significhino,
per il momento, già la candidatura alle prossime elezioni presidenziali. Possono essere
primi segnali. Servirà che tutto un sistema, quello tradizionale dei militari, delle
alte dirigenze, delle borghesie, dei commercianti e degli industriali si sposti sulla
posizione del presidente della Corte costituzionale. Ma direi che è troppo presto
per valutare questo.
D. - Nonostante le accuse di corruzione e gli scandali,
Erdogan ha vinto - il 30 marzo scorso - le elezioni amministrative, con il 45% dei
voti…
R. - Qui, c’è un dato economico e sociale. Erdogan per dieci anni ha
garantito uno sviluppo economico straordinario per gli standard della Turchia. Il
governo di Erdogan ha garantito anche interventi sociali. Quindi, la popolazione sta
meglio e sta godendo di un benessere precedentemente sconosciuto. Parlo della Turchia
"profonda", non della Turchia delle grandi città, da Istanbul ad Ankara. La Turchia
profonda è legata ad Erdogan, ripeto, per la forza intensa e capillare dell’attività
del governo.