Vendita record di bond in Grecia che oggi attende la visita della Merkel
La Grecia attende oggi la visita della cancelliera tedesca Angela Merkel dopo il successo,
della vendita record dei titoli di Stato. Ma ieri è stata anche la giornata dell’attentato
davanti alla Banca Centrale e dei dati preoccupanti sulla disoccupazione. Massimiliano
Menichetti:
E’ un Atene
blindata ad attendere oggi la visita della canelliera tedesca Angela Merkel. Fautrice
della linea dura per salvare l’economia della Grecia. Si attendono contestazioni nonostante
il Paese, ieri, abbia superato ogni aspettativa nella vendita della prima asta di
bond dopo quattro anni di sacrifici. “Un segno della fiducia nell'economia del Paese
e nella sua capacità di superare la crisi", ha detto il premier, Antonis Samaras,
in un intervento in tv, commentando il collocamento dei titoli di Stato, per un valore
di 3 miliardi di euro, in cinque anni. Venti miliardi di Euro la richiesta. Soddisfazione
è stata espressa da Europa e Fondo Monetario Internazionale per i risultati di Atene,
che ieri ha vissuto anche nella paura, per l’esplosione di un’autobomba, che non ha
provocato vittime, davanti la sede della Banca Centrale. Un episodio che sottolinea
come le tensioni siano tutt’altro che risolte, in un Paese che vede ancora la disoccupazione
attestarsi al 26,7%.
Per un’analisi della situazione in Grecia abbiamo intervistato
Angelo Baglioni, professore di economia alla Cattolica di Milano:
R. – Sicuramente,
c’è stato qualche miglioramento per la prospettiva dell’economia greca con gli ultimi
dati, i più recenti, anche con le previsioni del Fondo monetario che prevedono il
ritorno alla crescita per quest’anno e soprattutto per l’anno prossimo. Credo ci siano
anche aspetti tecnici da tenere in considerazione dietro questo successo: questa emissione
di bond è stata fatta sotto il diritto britannico, quindi internazionale,
e ciò dovrebbe consentire a questi titoli di essere al riparo da eventuali ristrutturazioni,
cioè tagli di valore, come quelli che furono fatti due anni fa sul debito greco, per
intenderci. Quindi, questo è un elemento che probabilmente ha contribuito a questa
forte domanda e al successo delle operazioni. L’altro elemento è che ricordiamo che,
dopo quella ristrutturazione, i partner europei, l’Eurogruppo, hanno sempre lasciato
intendere che se vi dovesse essere un’ulteriore ristrutturazione, sarebbe a carico
dei cosiddetti “creditori ufficiali”, cioè degli Stati europei, del Fondo monetario
e del Fondo di stabilità europeo che ha concesso i prestiti. Quindi, questi sono due
elementi che danno tranquillità a chi ha sottoscritto questi titoli.
D. – Nel
giorno in cui la Grecia ricolloca sul mercato i propri titoli di Stato, esplode una
bomba ad Atene davanti alla Banca Centrale. Sempre nello stesso giorno, si rileva
anche un calo del tasso di disoccupazione che è passato a gennaio al 26,7% dal 27,2%
– comunque un dato sempre alto. Insomma, in Grecia rimane la crisi…
R. – Assolutamente
sì. Il successo di questa emissione di bond è, come dicevo prima, legato
ad alcuni fattori tecnici e a un miglioramento relativo delle prospettive di crescita
della Grecia. Ciò non toglie che, al momento, sia un Paese stremato, nel quale il
prodotto interno lordo si è ridotto di un quarto negli ultimi tre-quattro anni e dove
la disoccupazione è a livelli altissimi… Quindi, tra l’altro, una certa prudenza bisogna
averla perché c’è un malcontento sociale in Grecia che naturalmente non è detto che
rimanga sotto controllo.
D. – Ma, secondo lei, si sta andando nella direzione
giusta per uscire dalla crisi?
R. – Io credo di sì. Sicuramente, rispetto a
due-tre anni fa i rischi dell’area euro si sono ridotti enormemente. Però, bisogna
tener presente che i rischi ci sono ancora: sono diminuiti ma, naturalmente, ci sono
ancora.