2014-04-11 13:09:18

San Gregorio Magno e la Parola di Dio al centro dell'ultima predica di Quaresima di p. Cantalamessa


Con la meditazione dedicata a San Gregorio Magno e ai suoi insegnamenti su come accostarsi alla Bibbia, padre Raniero Cantalamessa ha concluso le prediche di Quaresima, quest’anno sviluppate sui Padri della Chiesa d’Occidente. Nella cappella Redemptoris Mater del Palazzo Apostolico ad ascoltarlo c’era anche il Papa. Il predicatore della Casa Pontificia ha rimarcato che, al di là dei diversi sensi interpretativi per lo più usati dagli studiosi, la Scrittura va letta con fede, è una lettura di fede. Il servizio di Tiziana Campisi:RealAudioMP3

La Sacra Scrittura è Parola di Dio all’umanità ed è solo attraverso una lettura di fede che può essere compresa. Nel corso dei secoli è stata studiata, interpretata, analizzata sotto diversi aspetti e si deve a Gregorio Magno la distinzione dei quattro sensi con i quali è possibile spiegarla: quello letterale e storico, quello allegorico riferito alla fede in Cristo, quello morale che riguarda l’agire del cristiano e quello escatologico legato alla fine dei tempi. Ma se i Padri della Chiesa hanno insegnato a leggere la Scrittura in riferimento a Cristo e alla Chiesa – ha aggiunto padre Raniero Cantalamessa – c’è un altro loro insegnamento da recuperare:

“I Padri accostavano la Parola di Dio con una domanda costante: cosa dice essa, ora e qui, alla Chiesa e a me personalmente? Erano persuasi che la Scrittura, oltre al suo contenuto oggettivo di fede e di morale che è valido sempre e per tutti, ha anche una dimensione personalissima, soggettiva per cui ha sempre nuove luci e nuovi ordini da additare, nuove volontà di Dio da segnalare, a me personalmente, ora e qui”.

Oltre, c’è da ricordare che la Scrittura è ispirata da Dio, la sua forza e la sua vitalità sono divine, ed è perciò inesauribile. Anche questo ha sottolineato Gregorio Magno:

“La Parola di Dio non contiene solo il pensiero di Dio trasmesso una volta per sempre, ma contiene il cuore palpitante di Dio; contiene la sua vivente volontà che si manifesta per me, adesso, ora e qui”.

E accostarsi alla Parola di Dio richiede anche una forte fede in essa: essere certi cioè che Dio parla attraverso di essa. E questo si avverte in “un movimento pressoché impercettibile del cuore”, è “una piccola luce che si accende nella mente”; così la parola della Bibbia comincia ad attirare l’attenzione ed illumina una situazione:

“Dio – ma diciamo più concretamente: Cristo risorto – ha nel suo cuore un messaggio preciso da dare a ogni circostanza: siano tre persone, sia una grande folla. Lui ce l’ha la Parola che vorrebbe far giungere! Il compito nostro di evangelizzatori è di cercare di cogliere quella Parola e lo si fa con la preghiera, con il silenzio, con l’aiuto degli altri, con la fede, credendoci. Credendoci: ‘Signore, tu hai una Parola da dire a questo popolo … Fammela capire!’”.

Dio, dunque, parla ad ogni uomo. Lo fa “sotto forma di una parola della Scrittura”, che in qualunque circostanza si rivela straordinariamente pertinente, come fosse stata scritta appositamente. E per questo c’è da ritrovare la freschezza della Bibbia, rinnovare l’amore per le Scritture; sperimentandovi la presenza dello Spirito Santo, Cristo parlerà ancora.







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