San Gregorio Magno e la Parola di Dio al centro dell'ultima predica di Quaresima di
p. Cantalamessa
Con la meditazione dedicata a San Gregorio Magno e ai suoi insegnamenti su come accostarsi
alla Bibbia, padre Raniero Cantalamessa ha concluso le prediche di Quaresima, quest’anno
sviluppate sui Padri della Chiesa d’Occidente. Nella cappella Redemptoris Mater del
Palazzo Apostolico ad ascoltarlo c’era anche il Papa. Il predicatore della Casa Pontificia
ha rimarcato che, al di là dei diversi sensi interpretativi per lo più usati dagli
studiosi, la Scrittura va letta con fede, è una lettura di fede. Il servizio di Tiziana
Campisi:
La Sacra Scrittura
è Parola di Dio all’umanità ed è solo attraverso una lettura di fede che può essere
compresa. Nel corso dei secoli è stata studiata, interpretata, analizzata sotto diversi
aspetti e si deve a Gregorio Magno la distinzione dei quattro sensi con i quali è
possibile spiegarla: quello letterale e storico, quello allegorico riferito alla fede
in Cristo, quello morale che riguarda l’agire del cristiano e quello escatologico
legato alla fine dei tempi. Ma se i Padri della Chiesa hanno insegnato a leggere la
Scrittura in riferimento a Cristo e alla Chiesa – ha aggiunto padre Raniero Cantalamessa
– c’è un altro loro insegnamento da recuperare:
“I Padri accostavano la
Parola di Dio con una domanda costante: cosa dice essa, ora e qui, alla Chiesa e a
me personalmente? Erano persuasi che la Scrittura, oltre al suo contenuto oggettivo
di fede e di morale che è valido sempre e per tutti, ha anche una dimensione personalissima,
soggettiva per cui ha sempre nuove luci e nuovi ordini da additare, nuove volontà
di Dio da segnalare, a me personalmente, ora e qui”.
Oltre, c’è da ricordare
che la Scrittura è ispirata da Dio, la sua forza e la sua vitalità sono divine, ed
è perciò inesauribile. Anche questo ha sottolineato Gregorio Magno:
“La
Parola di Dio non contiene solo il pensiero di Dio trasmesso una volta per sempre,
ma contiene il cuore palpitante di Dio; contiene la sua vivente volontà che si manifesta
per me, adesso, ora e qui”.
E accostarsi alla Parola di Dio richiede anche
una forte fede in essa: essere certi cioè che Dio parla attraverso di essa. E questo
si avverte in “un movimento pressoché impercettibile del cuore”, è “una piccola luce
che si accende nella mente”; così la parola della Bibbia comincia ad attirare l’attenzione
ed illumina una situazione:
“Dio – ma diciamo più concretamente: Cristo
risorto – ha nel suo cuore un messaggio preciso da dare a ogni circostanza: siano
tre persone, sia una grande folla. Lui ce l’ha la Parola che vorrebbe far giungere!
Il compito nostro di evangelizzatori è di cercare di cogliere quella Parola e lo si
fa con la preghiera, con il silenzio, con l’aiuto degli altri, con la fede, credendoci.
Credendoci: ‘Signore, tu hai una Parola da dire a questo popolo … Fammela capire!’”.
Dio, dunque, parla ad ogni uomo. Lo fa “sotto forma di una parola della Scrittura”,
che in qualunque circostanza si rivela straordinariamente pertinente, come fosse stata
scritta appositamente. E per questo c’è da ritrovare la freschezza della Bibbia, rinnovare
l’amore per le Scritture; sperimentandovi la presenza dello Spirito Santo, Cristo
parlerà ancora.