Papa Francesco: la dittatura del pensiero unico uccide la libertà dei popoli e delle
coscienze
“Anche oggi c’è la dittatura del pensiero unico” che uccide “la libertà dei popoli,
la libertà della gente, la libertà delle coscienze”: occorre “vigilare e pregare”.
E’ quanto ha detto il Papa nella Messa presieduta a Santa Marta in questo giovedì
di Quaresima che precede la Domenica delle Palme. Il servizio di Sergio Centofanti:
Dio promette
ad Abramo che diventerà padre di una moltitudine di nazioni, ma lui e la sua discendenza
dovranno osservare l’alleanza con il Signore. L’omelia di Papa Francesco prende lo
spunto dalla prima lettura del giorno per spiegare la chiusura dei farisei al messaggio
di Gesù: il loro sbaglio – rileva - è stato quello di “staccare i comandamenti dal
cuore di Dio”. Pensavano che tutto si risolvesse nell’osservare i comandamenti, ma
questi – ha sottolineato il Papa – “non sono una legge fredda”, perché nascono da
un rapporto di amore e sono “delle indicazioni” che ci aiutano a non sbagliare nel
nostro cammino per incontrare Gesù. Così, i farisei chiudono il cuore e la mente “ad
ogni novità”, non capiscono “la strada della speranza”. “E’ il dramma del cuore chiuso,
il dramma della mente chiusa – afferma il Papa - e quando il cuore è chiuso, questo
cuore chiude la mente, e quando cuore e mente sono chiusi non c’è posto per Dio”,
ma soltanto per ciò che noi crediamo si debba fare. Invece, “i comandamenti portano
una promessa e i profeti svegliano questa promessa”. Quanti hanno cuore e mente chiusi
non riescono ad accogliere il “messaggio di novità” portato da Gesù, che “è quello
che era stato promesso dalla fedeltà di Dio e dai profeti. Ma loro non capiscono”:
“E’ un pensiero chiuso che non è aperto al dialogo, alla possibilità che
ci sia un’altra cosa, alla possibilità che Dio ci parli, ci dica com’è il suo cammino,
come ha fatto con i profeti. Questa gente non aveva ascoltato i profeti e non ascoltava
Gesù. E’ qualcosa di più che una semplice testardaggine. No, è di più: è l’idolatria
del proprio pensiero. ‘Io la penso così, questo deve essere così e niente di più’.
Questa gente aveva un pensiero unico e volevano imporre questo pensiero al popolo
di Dio, per questo Gesù li rimprovera: ‘Voi caricate sulle spalle del popolo tanti
comandamenti e voi non li toccate con un dito’”.
Gesù “rimprovera la loro
incoerenza”. “La teologia di questa gente – osserva il Papa - diviene schiava di questo
schema, di questo schema di pensiero: il pensiero unico”:
“Non c’è possibilità
di dialogo, non c’è possibilità di aprirsi alle novità che Dio porta con i profeti.
Hanno ucciso i profeti, questa gente; chiudono la porta alla promessa di Dio. E quando
nella storia dell’umanità viene questo fenomeno del pensiero unico, quante disgrazie.
Il secolo scorso abbiamo visto tutti noi le dittature del pensiero unico, che hanno
finito per uccidere tanta gente, ma nel momento in cui loro si sentivano padroni non
si poteva pensare altrimenti. Si pensa così”.
Ma “anche oggi – ha proseguito
il Papa - c’è l’idolatria del pensiero unico”:
“Oggi si deve pensare così
e se tu non pensi così, non sei moderno, non sei aperto o peggio. Tante volte dicono
alcuni governanti: ‘Ma, io chiedo un aiuto, un aiuto finanziario per questo’, ‘Ma
se tu vuoi questo aiuto, devi pensare così e devi fare questa legge, quell’altra,
quell’altra...’ Anche oggi c’è la dittatura del pensiero unico e questa dittatura
è la stessa di questa gente: prende le pietre per lapidare la libertà dei popoli,
la libertà della gente, la libertà delle coscienze, il rapporto della gente con Dio.
Ed oggi Gesù è crocifisso un’altra volta”.
L’esortazione del Signore “di
fronte a questa dittatura – conclude il Papa - è lo stesso sempre: vigilare e pregare;
non essere sciocchi, non comprare” cose “che non servono ed essere umili e pregare,
perché il Signore sempre ci dia la libertà del cuore aperto, per ricevere la sua Parola
che è promessa e gioia e alleanza! E con questa alleanza andare avanti”.