Nigeria. Il card. Onaiyekan: per vincere le violenze dei Boko Haram lottare contro
la povertà
In Nigeria, non si ferma la violenza dei terroristi islamici di Boko Haram. Sette
agenti e un civile sono rimasti uccisi nelle ultime ore in un attacco contro una stazione
di polizia nella città di Gwaram, nel Nord del Paese. Le violenze del gruppo fondamentalista,
dal 2009, hanno causato la morte di migliaia di persone. Massimiliano Menichetti
ha parlato della situazione con il cardinale John Olorunfemi Onaiyekan,
arcivescovo di Abuja:
R. - Il futuro
del nostro Paese dipende da noi. Abbiamo le risorse naturali, ci sono 170 milioni
di abitanti, gente che vuole lavorare. C’è tutto. Ciò che manca però è individuare
il modo di organizzare la società. È un problema politico: sembra che il governo non
riesca a capire le cose importanti e non si interessi di cambiare le cattive abitudini.
Ci sono alcune persone che ricoprono ruoli importanti, ma sembra che trovino sempre
il modo di infrangere la legge senza nessuna conseguenza. E l’impunità è collegata
alla corruzione. Per questo motivo ci troviamo in questa situazione anomala: abbiamo
un Paese ricchissimo pieno di gente povera.
D. - Eppure pochi giorni fa è stato
annunciato che la Nigeria ha superato in ricchezza il Sudafrica …
R. - Per
le persone che io incontro ogni giorno queste sono solo parole, perché nulla è cambiato
nella vita della gente normale. Tanti giovani, persino laureati, non trovano lavoro.
Al governo questo non interessa perché mentre in Europa la disoccupazione è un problema
politico molto importante, per il governo nigeriano non lo è, perché gli affari del
governo non dipendono dalle tasse, ma dalle entrate derivanti dal petrolio.
D.
– Poi c’è la piaga terribile del terrorismo degli estremisti islamici di Boko Haram
…
R. - Si tratta di un terrorismo che ha trovato nel Nord del nostro Paese
un terreno fertile grazie a questa situazione di ingiustizia sociale. E allora in
un clima del genere, basta che arriva qualcuno con un progetto di società che sembra
molto bello - dove non ci sono più ladri, dove non c’è più corruzione, dove tutti
vivono bene - e i giovani ci credono facilmente, si cade in questa rete. E siccome
questo viene mischiato con la religione, allora tutto diventa feroce. Persino il fervore
religioso nigeriano viene strumentalizzato per fare terrorismo.
D. - Quindi
il rischio è che si arrivi ad uno scontro tra cristiani e musulmani?
R. - No,
perché la maggioranza dei nigeriani - cristiani e musulmani - vivono insieme la stessa
situazione. La maggior parte dei musulmani nigeriani non credono a queste storie.
Il problema però è che basta una piccola minoranza, ben organizzata, per uccidere
e creare tanti problemi.