Nigeria. I vescovi: è la povertà la causa delle violenze tra allevatori Fulani e indigeni
Gli interminabili conflitti tra gli allevatori Fulani e gli agricoltori indigeni nello
Stato nigeriano del Benue non sono altro che guerre tra poveri che lottano per difendere
i propri mezzi di sussistenza e possono essere risolti solo con il dialogo e la mediazione
delle autorità. E’ quanto affermano i vescovi dello Stato situato nella Nigeria centro-orientale
in un documento pubblicato al termine di una recente riunione a Makurdi.
Da
diverso tempo, in diversi Stati del centro-nord del Paese si verificano ricorrenti
episodi di violenza tra i Fulani, gruppo etnico di pastori nomadi di religione musulmana,
e contadini di altre etnie e religioni che cercano difendere i raccolti dal bestiame
di passaggio degli allevatori. Violenze che vengono sempre più spesso strumentalizzate
ed erroneamente scambiate per scontri religiosi, ma - come i vescovi nigeriani vanno
ripetendo da anni - derivano in realtà dalla lotta per la sopravvivenza tra agricoltori
e allevatori.
Ed è quanto ribadiscono nella loro nota i vescovi delle diocesi
di Makurdi, Otukpo, Gboko e Katsina-Ala che chiedono alle autorità centrali e locali
di risolvere il problema, affrontandone le cause e quindi, da un lato, con strumenti
legali, dall’altro, riorganizzando lo spostamento e i mercati del bestiame in Nigeria.
I vescovi si rivolgono quindi ai leader delle comunità locali e ai leader religiosi,
perché collaborino per trovare una soluzione che permetta una convivenza pacifica
tra tutte le comunità. “Quelli che hanno alimentato questa crisi gettando olio sul
fuoco – ammoniscono - sappiano che li attende il giudizio di Dio”. (A cura di Lisa
Zengarini)