L'anticlericalismo, non anti-ecclesiastico, di Papa Francesco
"Il clericalismo
è uno dei mali della Chiesa. Ma è un male 'complice', perché ai preti piace la tentazione
di clericalizzare i laici, ma tanti laici, in ginocchio, chiedono di essere clericalizzati,
perché è più comodo". E' una delle tante affermazioni di Papa Francesco contro
il clericalismo, considerato dal vescovo di Roma "un ostacolo per lo sviluppo della
maturità e della responsabilità cristiana di buona parte del laicato"."L'anticlericalismo
non anti-ecclesiastico di Francesco - spiega il filosofo Vittorio V. Alberti,
officale del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace - richiama necessariamente
il tema della laicità. Superare il clericalismo significa infatti superare tradizionali
formule oppositive, come quella clericali/liberali o cattolici/laici, che ci portiamo
dietro dalla storia ma sono ormai insufficienti a rappresentare la realtà. Significa
andare oltre il fondamentalismo clericale e quello secolare, laicista, per porre il
primato della ricerca della verità". "Il clericalismo a cui si oppone Francesco
- spiega ancora Alberti - pretende di avere tutta chiara la verità e di imporla soffocando
ogni manifestazione dello spirito. E questo fa gioco agli oppositori della Chiesa,
vista così come repressiva e inquisitoria". "Il clericalismo è una forma di idolatria.
Significa dare alla religione lo statuto della fede", spiega il biblista p.
Francesco Rossi De Gaperis. "E' tutto quell'insieme di pratiche, regole, comportamenti
religiosi, che sono necessari, ma sono fatti dagli uomini. Quando tutto questo castello
di regole viene elevato allo statuto della fede si arriva all'idolatria". "Il Papa
insiste sulla condanna al clericalismo - spiega ancora Rossi De Gasperis - perché
respinge totalmente l'idea di una religione che si propone come ultimo appello alla
coscienza umana e si sotituisce alla Parola di Dio". "Anche presentarsi come vescovo
di Roma è stato un modo per opporsi al rischio di idolatria del Pontefice, visto come
figura sacrale. E in questo senso il gesto più anticlericale, il più grande gesto
di fede nella storia della Chiesa, l'ha compiuto Benedetto XVI con la sua rinuncia".
(a cura di Fabio Colagrande)