Il Papa: il teologo che non prega o si compiace del suo pensiero è mediocre e narcisista
Che “la vostra sia una scienza umana e non di laboratorio”: l’invito di Papa Francesco
alle comunità della Pontificia Università Gregoriana, del Pontificio Istituto Biblico
e del Pontificio Istituto Orientale, ricevute in udienza nell’Aula Paolo VI in Vaticano.
Presenti all’incontro circa 5 mila professori, studenti, personale non docente, sacerdoti
e laici, cardinali e vescovi delle tre Istituzioni accademiche, affidate alla Compagnia
di Gesù. Il servizio di Roberta Gisotti:
“Collaborazione”
e “sinergie”, ha raccomandato il Papa, per custodire la memoria storica”, “guardando
al futuro con creatività e immaginazione”, con “una visione globale” delle “sfide
attuali” e “un modo condiviso di affrontarle, trovando vie nuove”. Partendo anzitutto
- ha detto Francesco - dal “valorizzare il luogo” dove lavorate e studiate: “la città”
e “la Chiesa di Roma”. Qui “c’è un passato e c’è un presente” e “ci sono le radici
di fede”:
“Tutto questo non va dato per scontato! Va vissuto e valorizzato,
con un impegno che in parte è istituzionale e in parte è personale, lasciato all’iniziativa
di ciascuno”.
E, c’è poi c’è la varietà delle Chiese di provenienza e delle
varie culture: “ricchezza inestimabile delle istituzioni romane”, ha osservato il
Papa:
“Dentro questo orizzonte la dialettica tra 'centro' e 'periferie'
assume una forma propria, la forma evangelica, secondo la logica di Dio che giunge
al centro partendo dalla periferia e per tornare alla periferia”.
Il Papa
ha quindi affrontato il “rapporto tra studio e vita spirituale”. “Il vostro impegno
intellettuale” “sarà tanto più fecondo ed efficace, quanto più sarà animato dall’amore
a Cristo e alla Chiesa”:
“Questa è una delle sfide del nostro tempo: trasmettere
il sapere e offrirne una chiave di comprensione vitale, non un cumulo di nozioni non
collegate tra loro”.
Filosofia e teologia permettono di strutturare e fortificare
l’intelligenza e illuminano la volontà…
“…ma tutto questo è fecondo solo
se lo si fa con la mente aperta e in ginocchio. La mente aperta e in ginocchio. Il
teologo che si compiace del suo pensiero completo e concluso è un mediocre”.
“Il
buon teologo e filosofo” - ha aggiunto - ha un pensiero incompleto, sempre aperto
al maius di Dio e della verità”:
“E il teologo che non prega e che
non adora Dio finisce affondato nel più disgustoso narcisismo”.
Infine
un richiamo, “affinché – ha concluso Francesco - la vostra sia una scienza umana e
non di laboratorio”:
“I vostri Istituti non sono macchine per produrre teologi
e filosofi; sono comunità in cui si cresce, e la crescita avviene nella famiglia”.