Combattere il traffico degli esseri umani: Chiesa e rispetto della
legge in collaborazione. E’ la sfida e tema della seconda Conferenza internazionale
sulla tratta che ha preso il via in Vaticano. Due giorni di lavori, promossi
dalla Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, presieduti dal
card. Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster.
La preghiera per le vittime della tratta del cardinale nigeriano John Onaiyekan, poi
le voci della sofferenza e del dolore, in un video, di chi vene indotto alla prostituzione
e sfruttato senza pietà. Così si è aperta, in Vaticano, la seconda Conferenza internazionale
sul traffico di esseri umani. Un piaga che colpisce più di 2,4 milioni di persone
al mondo e rende ai criminali, secondo stime al ribasso, 32 miliardi di dollari l’anno.
L’attenzione deve andare alle vittime ha ribadito il card. Vincent Nichols, sottolineando
che ogni cosa che “viene detta o fatta” deve partire dalla storia e conoscenza di
queste persone. Nella Casina Pio IV, della Pontificia Accademia delle Scienze, si
sono confrontati Autorità Ecclesiastiche e alti Rappresentanti delle Forze dell’Ordine,
più di 20 i Paesi presenti. Il cardinale John Onaiyekan:
R. – La Chiesa è sempre lì, per predicare il Vangelo della misericordia, della libertà,
dell’amore di Dio, e tutto questo è praticamente negato di fronte ad esseri umani
che vengono trattati come schiavi. Il compito della Chiesa è a tutti i livelli: già
quando si vedono giovani, ragazzi e ragazze, che si vengono per fare soldi, pensando
che con i soldi avranno una vita bella, bisogna incominciare ad insegnare loro che
cosa significa la vera libertà, cosa è la vera felicità, qual è lo scopo della vita
… Per quanto riguarda i trafficanti, i veri criminali, se si arriva a parlare con
loro si cerca di dirgli che questo non è il modo di trattare con altri esseri umani.
Ma nonostante tutto quello che possiamo fare, il nostro lavoro ha dei limiti: è lì
che intervengono le autorità civili, le forze dell’ordine.
Ascolta il servizio:
Rafforzare la collaborazione internazionale per combattere il traffico
di esseri umani. E’ stato uno degli obiettivi espressi chiaramente a fonte
di una piaga che attraversa tutti i continenti. Alessandro Pansa, Capo della
Polizia italiana:
R. – Il nostro obiettivo primario è la salvaguardia delle vite umane, di persone che
cercano una condizione di vita migliore. Nella lotta al traffico, il coordinamento
c’è. La lotta a questa forma di criminalità organizzata che trae una delle più grandi
fonti di ricchezza illecita nel mondo, è ben coordinata e ben condivisa da tutti i
Paesi: abbiamo l’Interpol che comprende oltre 190 Paesi, l’Europol – che è un altro
organismo – che comprende tutti i Paesi dell’Unione Europea, che hanno ben chiari
gli obiettivi della loro attività. Il meccanismo che invece alimenta un po’ più gli
individualismi e, se mi consentite, anche un po’ gli egoismi dei singoli Paesi, è
l’accoglienza e l’integrazione, tema quindi che non attiene alle forze di polizia,
che attiene alle altre componenti e che ha qualche difficoltà ad essere condiviso
perché effettivamente ha un impatto molto forte e costi molto elevati.
L’obiettivo della Conferenza è quello di contribuire a sradicare definitivamente il
traffico di esseri umani, tutelando in tutti modi le vittime. Domani alcune di loro
daranno una testimonianza all’assemblea, che vede anche rappresentati di Interpol
ed Europol. Poi tutti i partecipanti saranno ricevuti dal Papa, quindi la conferenza
stampa dei convegnisti che firmeranno, al termine dei lavori, una dichiarazione di
impegno comune contro la tratta, proprio per contrastare questa piaga dell’umanità.
Massimiliano Menichetti
(Tratto
dall'archivio di radiovaticana.va)
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