Il Papa: Sinodo importante, ho bisogno del consiglio dei vescovi
Papa Francesco ha nominato oggi vescovo mons. Fabio Fabene, sottosegretario del Sinodo
dei Vescovi. In una lettera, il Papa motiva la nomina con la volontà di conferire
ulteriore valore alla collegialità che l’istituzione del Sinodo ha sempre rafforzato
e diffuso in mezzo secolo di esistenza. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Una nomina voluta
per rendere “più manifesto l'apprezzato servizio” che la Segreteria generale del Sinodo
dei vescovi rende “in favore della collegialità episcopale con il Vescovo di Roma”.
Papa Francesco spiega con queste parole – in una lunga lettera al cardinale Lorenzo
Baldisseri, segretario generale dell’assise sinodale – le ragioni della nomina episcopale
di mons. Fabio Fabene. Papa Francesco loda la lungimiranza dei suoi predecessori,
in particolare Paolo VI e Giovanni Paolo II, il primo per aver creato l’istituzione
del Sinodo dei vescovi e il secondo – scrive – per averne riconosciuto “l'enorme bene
che esso donava alla Chiesa”. “Infatti – afferma Papa Francesco – la larghezza e la
profondità dell'obiettivo dato all'istituzione sinodale derivano dall'ampiezza inesauribile
del mistero e dell'orizzonte della Chiesa di Dio, che è comunione e missione. Perciò,
si possono e si devono cercare forme sempre più profonde e autentiche dell'esercizio
della collegialità sinodale, per meglio realizzare la comunione ecclesiale e per promuovere
la sua inesauribile missione”.
A 50 anni dalla sua creazione, dunque, “nella
consapevolezza – afferma il Papa – che per l'esercizio del mio Ministero Petrino serve,
quanto mai, ravvivare ancor di più lo stretto legame con tutti i Pastori della Chiesa,
desidero valorizzare questa preziosa eredità conciliare”, con l’elevazione alla dignità
episcopale della carica di sottosegretario del Sinodo dei vescovi. “Non c’è v'è dubbio
– riconosce Papa Francesco – che il Vescovo di Roma abbia bisogno della presenza dei
suoi Confratelli Vescovi, del loro consiglio e della loro prudenza ed esperienza.
Il Successore di Pietro deve sì proclamare a tutti chi è "il Cristo, il Figlio del
Dio vivente" ma, in pari tempo, deve prestare attenzione a ciò che lo Spirito Santo
suscita sulle labbra di quanti, accogliendo la parola di Gesù che dichiara: "Tu sei
Pietro...", partecipano a pieno titolo al Collegio Apostolico”. Il Papa termina la
lettera dicendosi “molto grato a quanti, con un lavoro generoso, assiduo e competente,
hanno assicurato, in tutti questi anni, che l'istituzione sinodale contribuisse all'imprescindibile
dialogo tra Pietro e i suoi Confratelli”.