2014-04-07 15:12:04

Vaticano. Presentato Convegno su Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II e l'Africa


“La Chiesa in Africa dal Concilio Vaticano II al Terzo Millennio. Omaggio dell’Africa ai Papi Giovanni XXIII Giovanni Paolo II”: è il titolo del Convegno presentato ieri in Sala Stampa Vaticana, che si terrà a Roma presso l’università Urbaniana dal 24 al 25 aprile prossimi. A organizzarlo il Secam, Simposio delle Conferenze episcopali dell’Africa e Madagascar, con il contributo del Pontificio Consiglio della Cultura. Il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3

In vista della Canonizzazione di Giovanni XXII e di Giovanni Paolo II, il prossimo 27 aprile, ci si interroga anche sul loro contributo alla cultura africana. Vescovi, teologi, studiosi e personalità varie faranno il punto sul Continente a 50 anni dal Concilio Vaticano II, cercando di leggere i segni dei tempi alla luce dei contribuiti dati dai due Papi, prossimi Santi. Nel Concilio, convocato da Giovanni XXIII, la Chiesa ha mostrato anche fisicamente la sua universalità – ha detto mons. Melchor Sánchez de Toca y Alameda, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura – e ha anche mostrato la sua apertura alla cultura moderna. Due elementi che si sono fusi nell’Enciclica Gaudium et spes:

“Ai lavori di redazione di questa Costituzione, nella fase finale, assieme a padre Tucci, che è stato l‘anima della Gaudium et spes, c’era il giovane arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla, il quale ha apportato un contributo decisivo nell’ultima fase del documento soprattutto per la parte che riguarda i rapporti con l’ateismo, il marxismo… Qui abbiamo il collegamento - molto evidente - tra Giovanni XXII, Giovanni Paolo II e il Consiglio della cultura perché, appena eletto al Soglio pontificio, arrivato a Roma, Giovanni Paolo II ha voluto creare il Pontificio Consiglio della Cultura per portare avanti un dialogo con la cultura contemporanea nel senso e nello spirito della Gaudium et spes, il documento ispiratore del Pontificio Consiglio della Cultura”.

Il Convegno sarà articolato in quattro sessioni: uno sguardo storico all’Africa e al Concilio Vaticano II, si analizzerà l’eredità lasciata da Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II e Paolo VI, il primo Pontefice a toccare la terra africana, ma poi si guarderà oltre con le sfide della Chiesa oggi e con l’attenzione verso la costruzione della cultura africana che sarà al centro del forum del Secam: “Fede, Cultura e Sviluppo”. Nel corso della conferenza stampa, mons. Barthélemy Adoukonou, segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, si è soffermato in particolare sulla figura di Giovanni XXIII, il pontefice che creò il primo cardinale nero, il primo a ricevere a Roma intellettuali e artisti africani:

“Il Papa ha voluto ricevere questi pittori, artisti. Per noi è una figura di sostegno. Da questo punto di vista riconosce la cultura africana, perciò Papa Giovanni XXIII, 'il Papa Buono', il Papa della pace, il Papa del riconoscimento della cultura nera”.

Giovanni Paolo II ha amato molto l’Africa. Più volte è stato evocato il suo intervento forte a Goree, l’isola del Senegal dalla quale partivano gli schiavi, ma non solo. Il professor Martin Nkafu Nkemnkia, docente di Filosofia e Cultura del pensiero africano alla Pontificia Università Lateranense, si sofferma sull’invito rivolto da Papa Wojtyla agli africani:

“Giovanni Paolo II a Nairobi disse che la Chiesa in Africa doveva avere il volto africano. Come fa ad avere il volto africano? Vuol dire che non dobbiamo più tendere la mano agli altri, se non per dare. Cristo deve essere in Africa – ed è – africano. Questo è ciò che vuol dire. La Chiesa ha fatto tanto in Africa: quante scuole, quanti centri sanitari, quante università, gente in politica... Quanti di questi hanno trasformato l’Africa grazie all’incontro con il cristianesimo. Grazie alla testimonianza che hanno avuto loro stessi, hanno dato luogo a quella che abbiamo oggi. Penso non ci sia un continente con tante presenze della Chiesa nel sociale come l’Africa”.

Il Convegno sarà dunque un momento per guardare alla più stretta attualità della Chiesa in Africa, riconoscendo le proprie radici, capendo il contributo del Vaticano II e indicando le prospettive nuove sempre in comunione con la Chiesa universale.

Ultimo aggiornamento: 8 aprile







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