Elezioni in Ungheria: trionfo per il partito conservatore del premier Orban
In Ungheria le elezioni legislative sono state vinte, come pronosticato dai sondaggi,
dalla formazione “Fidesz”, il partito conservatore del premier Viktor Orban. Alle
sue spalle l’Alleanza Democratica di centrosinistra e il partito di estrema destra
“Jobbik”. In calo l’affluenza rispetto a 4 anni fa. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Netta vittoria
nelle legislative, in Ungheria, per il partito del premier Viktor Orban. I conservatori
conquistano il 45% dei voti e 134 seggi su 199. Il Paese – ha detto il primo ministro
ringraziando gli elettori – è unito e “l'appartenenza dell'Ungheria all’Unione Europea
non è più in discussione”. L’Alleanza Democratica di centrosinistra, composta da 5
partiti, si è fermata al 25% dei consensi. Sorprendente l’esito elettorale per la
formazione di estrema destra “Jobbik” che supera la quota del 20%. “Ora siamo il più
forte partito estremista nell'Ue”, ha detto il leader del partito dell’ultradestra
magiara Gabor Vona. In vista del 25 maggio, giorno delle elezioni del Parlamento europeo,
la destra ultranazionalista si afferma dunque anche in Ungheria, dopo la vittoria
del Fronte Nazionale di Marine Le Pen in Francia. Nel Parlamento ungherese entreranno
infine anche i Verdi che sono riusciti a superare il quorum e ad ottenere il 5% dei
voti. In calo l’affluenza alle urne: quattro anni fa si era recato al voto il 65%
degli aventi diritto. Ieri la percentuale dei votanti si è fermata al 62%.
Per
un commento sull’esito delle consultazioni, Amedeo Lomonaco ha intervistato Julia
Sarkozy, corrispondente dall'Italia della Radio pubblica ungherese:
R. - È un
risultato abbastanza prevedibile anche perché l’opposizione di sinistra non ha mai
presentato un programma di cambiamento convincente. E fino all’ultimo si è presentata
molto divisa.
D. - Come spiegare l’ampio consenso del partito di estrema destra
Jobbik che ha ottenuto oltre il 20 per cento dei voti?
R. – Esprime, probabilmente,
l’insoddisfazione per la crisi economica e per l’Unione Europea. Rappresenta anche
quella parte di euroscettici che, comunque, non volevano votare per il partito del
premier. Però, nonostante questo rafforzamento, Jobbik si aspettava un risultato migliore.
Non è soddisfatto dell’esito, voleva molto di più in Parlamento.
D. - Dopo
questo voto cambia la politica dell’Ungheria in chiave europea?
R. - Non penso
che il primo ministro Viktor Orban cambierà la sua politica europea. L’Ungheria non
uscirà dall’Unione Europea: questo lo ha sottolineato più volte. Da oggi, subito dopo
la conclusione delle elezioni parlamentari, i partiti cominciano a prepararsi per
le elezioni di maggio per il Parlamento di Strasburgo. Vedremo se il partito Fidesz
riuscirà a ripetere la sua vittoria e quale sarà la reazione dell’opposizione di sinistra.
Se riuscirà ad ottenere più voti.
D. - Da un punto di vista economico, che
Paese è oggi l’Ungheria?
R. - I dati mostrano che c’è stata una crescita economica
notevole, la disoccupazione è diminuita, i salari sono aumentati. Del resto comunque
i sociologi e anche i politologi sottolineano che quasi la metà della popolazione
ungherese ha risentito della crisi economica. La povertà si sente …
D. - E
cala la partecipazione dell’elettorato ungherese al voto …
R. - Dal primo voto
democratico del 1990 in Ungheria questo è il risultato peggiore per quanto riguarda
l’affluenza che si è attestata intorno al 60 per cento. Quindi neanche il 60 percento
degli ungheresi riteneva importante andare a votare.