Il Papa: chi ha potere cerca di silenziare i profeti, ma lo Spirito non si può ingabbiare
Quando si annuncia il Vangelo si va incontro alle persecuzioni. E’ quanto affermato
da Papa Francesco nella Messa presieduta a Santa Marta in questo quinto venerdì di
Quaresima. Il Pontefice ha ribadito che oggi ci sono più martiri che nei primi tempi
della Chiesa ed ha esortato i fedeli a non avere paura di incomprensioni e persecuzioni.
Il servizio di Alessandro Gisotti:
Il cuore degli
empi che si allontanano da Dio vogliono impadronirsi della religione. Papa Francesco
ha sviluppato la sua omelia partendo dal brano del Libro della Sapienza, nella prima
Lettura. Quindi, ha osservato che i nemici di Gesù gli tendono delle insidie, lavorano
“di calunnie, gli tolgono la fama”. E’ come se preparassero “il brodo per distruggere
il Giusto”. E questo perché si oppone alle loro azioni, “rimprovera le colpe contro
le leggi”, gli “rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta”. In tutta
la storia della salvezza, ha poi osservato, “i profeti sono stati perseguitati” e
Gesù stesso lo dice ai farisei. Sempre “nella storia della salvezza, nel tempo di
Israele, anche nella Chiesa – ha ribadito – i profeti sono stati perseguitati”. Perseguitati
perché i profeti dicono: “Voi avete sbagliato strada! Tornate alla strada di Dio!”.
E questo, ha constatato, “alle persone che hanno il potere di quella strada sbagliata
non fa piacere”.
“Il Vangelo di oggi è chiaro, no? Gesù si nascondeva,
in questi ultimi giorni, perché ancora non era arrivata la sua ora; ma Lui conosceva
quale sarebbe stato il suo fine, come sarebbe stato il suo fine. E Gesù è perseguitato
dall’inizio: ricordiamo quando all’inizio della sua predicazione torna al suo paese,
va alla sinagoga e predica; subito, dopo una grande ammirazione, incominciano: Ma
questo noi sappiamo di dove è. Questo è uno di noi. Ma con che autorità viene a insegnarci?
Dove ha studiato?’. Lo squalificano! E’ lo stesso discorso, no? ‘Ma costui sappiamo
di dove è! Il Cristo, invece, quando verrà nessuno saprà di dove sia!’. Squalificare
il Signore, squalificare il profeta per togliere l’autorità!”
Lo squalificano,
ha aggiunto, “perché Gesù usciva e faceva uscire da quell’ambiente religioso chiuso,
da quella gabbia”. Il profeta, ha ribadito, “lotta contro le persone che ingabbiano
lo Spirito Santo. E per questo è perseguitato: sempre!” I profeti, è stata la sua
riflessione, “sono tutti perseguitati o non compresi, lasciati da parte. Non gli danno
posto!” Questa situazione, ha aggiunto, non è finita “con la morte e resurrezione
di Gesù: è continuato nella Chiesa! Perseguitati da fuori e perseguitati da dentro!”.
Quando noi leggiamo la vita dei Santi, ha detto Papa Francesco, “quante incomprensioni,
quante persecuzioni hanno subito i Santi”, “perché erano profeti”:
“Anche
tanti pensatori nella Chiesa sono stati perseguitati. Io penso ad uno, adesso, in
questo momento, non tanto lontano da noi, un uomo di buona volontà, un profeta davvero,
che con i suoi libri rimproverava la Chiesa di allontanarsi dalla strada del Signore.
Subito è stato chiamato, i suoi libri sono andati all’indice, gli hanno tolto le cattedre
e quest’uomo così finisce la sua vita: non tanto tempo fa. E’ passato il tempo ed
oggi è beato! Ma come ieri era un eretico e oggi è un beato? E’ che ieri quelli che
avevano il potere volevano silenziarlo, perché non piaceva quello
che diceva. Oggi la Chiesa, che grazie a Dio sa pentirsi, dice: ‘No, quest’uomo è
buono!’. Di più, è sulla strada della santità: è un beato!”
“Tutte le persone
che lo Spirito Santo sceglie per dire la verità al Popolo di Dio – ha soggiunto –
soffrono persecuzioni”. E Gesù “è proprio il modello, l’icona”. Il Signore ha preso
su di Lui “tutte le persecuzioni del suo Popolo”. E ancora oggi, ha rilevato con amarezza,
“i cristiani sono perseguitati”. “Oso dire – ha aggiunto – che forse ci sono tanti
o più martiri adesso che nei primi tempi”, “perché a questa società mondana, a questa
società un po’ tranquilla, che non vuole i problemi, dicono la verità, annunziano
Gesù Cristo”:
“Ma c’è la pena di morte o il carcere per avere il Vangelo
a casa, per insegnare il Catechismo, oggi, in alcune parti! Mi diceva un cattolico
di questi Paesi che loro non possono pregare insieme. E’ vietato! Soltanto si può
pregare soli e nascosti. Ma loro vogliono celebrare l’Eucaristia e come fanno? Fanno
una festa di compleanno, fanno finta di celebrare il compleanno e lì fanno l’Eucaristia,
prima della festa. E- è successo! - quando vedono che arrivano i poliziotti, subito
nascondono tutto e ‘Felicità, felicità. Tanti auguri!’ e continuano con la festa.
Poi, quando se ne vanno, finiscono l’Eucaristia. Così devono fare, perché è vietato
pregare insieme. Oggi!”.
E questa storia di persecuzioni, ha rimarcato,
“è il cammino del Signore, è il cammino di quelli che seguono il Signore”. Ma, ha
aggiunto, “finisce, alla fine, sempre come il Signore: con una Resurrezione, ma passando
per la Croce!” Francesco ha, quindi, rivolto il pensiero a padre Matteo Ricci, evangelizzatore
della Cina, che “non è stato compreso, non è stato capito. Ma lui ha obbedito come
Gesù!” Sempre, ha detto ancora, “ci saranno le persecuzioni, le incomprensioni! Ma
Gesù è il Signore e questa è la sfida e la Croce della nostra fede!”. Che il Signore,
ha concluso il Papa, “ci dia la grazia di andare per la sua strada e se accade anche
con la croce delle persecuzioni”.