2014-04-04 20:17:09

Ail: in 4.000 piazze d’Italia le uova di Pasqua contro le leucemie


Fino a ieri, in 4.000 piazze d’Italia l'Associazione italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma (Ail), è stata presente con i suoi volontari per offrire un uovo di cioccolato a quanti hanno voluto versare un contributo minimo di 12 euro. Il tradizionale appuntamento di solidarietà ha permesso negli anni di raccogliere significativi fondi destinati al sostegno di diverse iniziative dell’Associazione. Al microfono di Eliana Astorri, ne parla l’ematologo Franco Mandelli, presidente Ail:RealAudioMP3

R. – Credo che dobbiamo veramente pensare che l’Ail sia ormai una delle Associazioni più note nel mondo. Finanzia essenzialmente due settori. Uno è quello della ricerca, senza la quale non ci sarebbero risultati migliori, non si riuscirebbe a ottenere più cure, più guarigioni per tutti. L’altro, fondamentale, è quello dell’assistenza domiciliare ai malati. Cosa significa? Poter mandare a casa quanto prima possibile i nostri pazienti. Il bambino chiede: “Dottore, quando torno a casa?”, ma anche l’adulto e l’anziano, perché nella propria casa la malattia viene vissuta in un altro modo, ci sono i parenti, gli amici. La terza cosa è quella di realizzare e mantenere anche le case Ail che sono situate vicino ai reparti di cura. Queste costruzioni si trovano in molte città italiane e i malati che hanno bisogno di fare delle cure, risiedendo lontani, possono essere ospitati durante quel periodo. Ovviamente poi, a tutto questo si associa quella necessità – qualche volta impellente – di offrire dei contributi anche piccoli per dare ai malati la possibilità di mangiare, di essere accuditi dai loro familiari, di avere dei volontari vicini che con un sorriso, con una carezza, riescono a far sopportare ai malati anche indagini dolorose, fastidiose.

D. – Nelle nostre interviste dedicate alle uova di Pasqua, e a dicembre alle Stelle di Natale, prendiamo sempre l’occasione per denunciare la mancanza di sangue – parliamo in particolare del Lazio – e per invogliare alla donazione…

R. – Parlare di questo è importante, perché senza il sangue non si possono curare non solo i malati affetti da leucemie, linfomi e mielomi, ma anche i soggetti che hanno incidenti stradali, non si possono fare trapianti d’organo, interventi chirurgici importanti. Nel Lazio soprattutto, ma anche in molte altre città italiane, il sangue manca. Fare il donatore significa sentirsi felici almeno per qualche giorno dopo aver donato. Poi, c’è anche un vantaggio per il donatore, perché donando il sangue prima di donarlo viene sottoposto ad analisi che consentono qualche volta di fare delle diagnosi precoci che altrimenti non verrebbero effettuate. Diventano dei cittadini di "serie A", che hanno delle analisi periodiche gratuite che possono veramente aiutare il donatore stesso.

Ultimo aggiornamento: 7 aprile







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