“Vote for Family 2014”: la campagna che chiede ai candidati alle europee di mettere
al centro la famiglia
Impegnarsi a difendere la famiglia basata sul matrimonio fra uomo e donna e la vita
dal concepimento alla morte naturale. E’ quanto il Forum delle Associazioni familiari
e la Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche chiedono ai candidati
alle elezioni europee del 25 maggio prossimo. “Vote for family 2014 - Io corro per
la famiglia anche in Europa” è il titolo della Campagna che comprende la richiesta
ai candidati di sottoscrivere un Manifesto in 12 punti. Debora Donnini ha intervistato
il vice-presidente della Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche,
Giuseppe Barbaro:
R. – Chiediamo
di impegnarsi su una serie di punti, che vanno dal riconoscimento della famiglia come
realtà fondata sull’unione tra un uomo e una donna e aperta al generare figli al riconoscimento
della vita sin dal momento del suo inizio, quindi dal momento della fecondazione a
tutta una serie di questioni che attiene alla vita quotidiana: dalla conciliazione
tra i temi del lavoro e i tempi della famiglia - una famiglia deve avere il tempo
da dedicare a se stessa, oltre che essere impegnata nel lavoro - all’ampliamento e
al riconoscimento dei congedi parentali che consentano tanto al papà quanto alla mamma
di poter vivere i primi tempi e anche altri momenti della vita familiare con i propri
figli …
D. – Al secondo punto si parla di rispettare e promuovere l’istituzione
matrimoniale. Cosa chiedete, concretamente?
R. – Chiediamo che si arrivi anche
in Europa, pur essendo una competenza dei singoli Stati membri, ad una definizione
del matrimonio come dell’unione tra un uomo e una donna, e che altre forme di convivenza,
come quelle registrate, che sono previste con vari tipi e con vari modelli in altri
Paesi, siano ben distinti dal matrimonio. Dobbiamo dire che una cosa si chiama “matrimonio”
e altre cose si chiamano in altro modo e sono cose diverse.
D. – C’è un punto
di cui in questo momento si parla molto, in Italia, ed è il diritto dei genitori ad
educare i propri figli in conformità con le proprie convinzioni morali e religiose.
Voi siete preoccupati per quanto riguarda questo punto?
R. – Ci sono state
due relazioni, una è la relazione Estrela e poi una relazione successiva, che rischiano
di incidere anche sulle legislazioni nazionali. Noi sappiamo benissimo che, pur essendo
la competenza in materia familiare devoluta ai singoli Stati membri, in maniera surrettizia
a volte vengono introdotte delle normative che incidono sulla vita della famiglia.
Detto questo, alla famiglia appartiene primariamente l’educazione dei propri figli.
Noi riteniamo dunque che vada rispettata la sensibilità e la cultura familiare che
prima di tutti – poi accompagnata e aiutata in questo dalle altre agenzie educative
come la scuola, ma in questo noi diciamo anche le parrocchie – possa tradurre il proprio
vissuto, la propria formazione anche in educazione a favore dei propri figli.
D.
– In quale modo voi chiedete ai candidati di adottare, di impegnarsi a riconoscere
e a sostenere questo manifesto?
R. – Noi lo chiediamo in maniera espressa e
specifica, nel senso che chiediamo ai candidati alle prossime elezioni europee di
sottoscrivere il manifesto nella sua interezza, e renderemo noti il 15 maggio – quindi
in occasione dell’anniversario della Giornata internazionale della famiglia – chi
sono i candidati che hanno aderito. Attraverso questo progetto - il manifesto è stato
tradotto in tutte le lingue dell’Unione ed è visibile e scaricabile sul sito www.voteforfamily2014.eu
- intendiamo portare una sensibilizzazione e un’attenzione in modo che il tema della
famiglia, che normalmente viene sottovalutato a livello europeo, diventi un tema centrale,
perché ovviamente noi riteniamo che non si debba soltanto creare un’Europa dell’euro,
le questioni non debbano riguardare soltanto economia e finanza, ma debbono riguardare
anche le famiglie e le persone che la compongono.