Riforma Senato. Pera: va fatta ma serve Assemblea Costituente
Marcello Pera, già presidente del Senato della Repubblica Italiana, filosofo, scrittore Direi che
la riforma costituzionale, anche del Senato, è necessaria. Per essere franco quello
che non ho ben compreso è se oggi si stia realmente discutendo della riforma della
Costituzione o, invece, soltanto di una riforma politica. Cioè per avere finalmente
un governo che non debba sottostare a maggioranze diverse nei due rami del Parlamento.
Se si guarda anche solo alla efficienza delle nostre Istituzioni, cioè al modo in
cui producono volontà politica e quindi legislazione, si vede che la efficienza è
molto bassa, che qualcosa si deve fare. Insomma, un governo oggi che vuole prendere
una decisione rapida perché di fronte a un problema urgente, deve sottostare ad un
itinerario parlamentare che non finisce più. Non solo. Ma quando è finito, non esprime,
quell’itinerario, la volontà iniziale dello stesso governo. Ho l’impressione che ci
sia una forma di incertezza sulla natura, sulla figura, sul ruolo del senato. Anche
le competenze che gli vengono lasciate non sono ben definite, non si sa bene che cosa
questi senatori devono fare. Si aggiunga, ahimè, che insomma, c’è un po’ di demagogia
e di populismo che è nato in Italia dalla famosa disputa contro la cosiddetta casta.
I senatori, o come altro si chiameranno, non devono essere retribuiti. Capisco. Ma
chi non è retribuito o chi da un lontano comune d’Italia viene a Roma per discutere
di qualcosa di importante, si capisce che è una persona che non attribuisce grande
ruolo e grande peso alla funzione che svolge. Quindi, c’è anche una questione che
riguarda la dignità del senatore, ma al tempo stesso il ruolo che gioca. Mi
ricordo le esperienze di tutte le Commissioni bicamerali. Penso in particolare all’ultima,
presieduta dall’on. D’Alema. Era costituita da deputati e senatori eletti al Parlamento.
C’era un presidente del Consiglio in carica, in quel caso, il presidente Prodi. Ad
un certo punto ciò che emergeva in Commissione urtava contro le esigenze politiche
del governo. Detto più brutalmente. Se passava una certa misura nella Commissione
bicamerale, il governo sarebbe andato in crisi. Questo a mio avviso dimostra che una
vera riforma della Costituzione italiana non può essere fatta da rappresentanti del
Parlamento che sono eletti per altri scopi. Perciò avevo proposto un’Assemblea Costituente,
distinta e separata dalla Camera e dal Senato, composta da persone che non fossero
parlamentari, che avessero esplicitamente il mandato di riscrivere la Costituzione
e poi di sottoporla ad un referendum popolare. penso anche che, alla fine, i senatori
accetteranno una diminuzione del loro status, penso perfino che i senatori decideranno
di avere un senato prossimo di non eletti ma questo accadrà solo per la paura che,
altrimenti, si andrebbe a votare adesso. Allora di fronte alla promessa del governo
di tenerli in carica fino al 2018, i senatori penso che saranno poi costretti, nel
senso di coartati, di approvare questa riforma, anche se questa riforma è ancora insufficiente
e per certi aspetti inadeguata. (a cura di Luca Collodi)