2014-04-03 14:47:39

Il rapporto tra fede e matrimonio al centro di un incontro al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per la famiglia


Il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per la famiglia ha ospitato un colloquio di teologia sul tema “Fides-foedus: la fede e il Sacramento del Matrimonio”. Molti gli interventi degli studiosi internazionali che si sono alternati sull’argomento, che è sempre stato al centro della riflessione teologica sin dall’epoca patristica. Al microfono di Elvira Ragosta il prof. Josè Granados, docente presso l'Istituto, ha spiegato quali sono i momenti che esprimono il ruolo della fede nel consenso matrimoniale:RealAudioMP3

R. - Il primo è il radicamento del matrimonio nella verità creaturale. È un Sacramento specifico perché costituisce l’ingresso di tutta la verità della Creazione nell’ordine sacramentale. Quindi la verità naturale del Matrimonio è ormai un cammino verso la fede. Poi il carattere battesimale è ormai un entrare nel Corpo di Cristo, quindi la capacità di diventare carne in un modo nuovo. E finalmente ho questa accettazione di entrare nella fede della Chiesa. La fede non è mai una cosa singolare. Lumen Fidei dice: “Chi crede non è mai solo”. È l’elemento principale della fede che deve essere sempre ricordato per capire il rapporto tra matrimonio e fede.

D. - Riferendosi alla Lumen Fidei lei ha detto che se la fede dei novelli sposi è debole, allora si indebolisce anche il futuro del Matrimonio…

R. - Sì, come aveva detto anche Papa Benedetto, proprio perché nella fede e nella pienezza di quella verità creaturale del Matrimonio si scopre la verità del dono di sé. Allora, quando manca la fede, potrebbe mancare - e bisognerebbe verificare - questa accettazione della verità naturale: la verità dell’amore, del dono di sé che include l'indissolubilità, l’unità del matrimonio e l’apertura alla vita.

Sul tema “Fede e Matrimonio a partire dal rapporto creazione-redenzione” è intervenuto il prof. Andrea Bozzolo, dell’Istituto internazionale Don Bosco di Torino. La sua relazione si è soffermata sugli ostacoli che nel corso della storia ha incontrato il rapporto tra Fede e Matrimonio. A lui abbiamo chiesto quali sono questi ostacoli e come possono essere rimossi:

R. - Mi sembra che gli ostacoli principali siano due: la tendenza, da un lato a pensare la fede in termini un po’ intellettualistici, pensando che il rapporto dell’uomo con la verità riguardi principalmente o quasi esclusivamente la ragione. Invece il Matrimonio talora è stato concepito in termini un po’ naturalistici, senza riconoscere che fin dall’inizio l’uomo e la donna hanno, per il loro rapporto, un legame con Dio: il Matrimonio esiste fin dall’inizio per significare Dio. Allora si tratta di ricongiungere una dimensione affettiva della fede - la fede ha anche la forma di una relazione - e la dimensione veritativa del Matrimonio; il legame tra l’uomo e la donna ha a che fare con la verità di Dio.

D. - Il Matrimonio è presente all’inizio della Sacra Scrittura con la creazione dell’uomo e della donna, ma anche alla fine con le Nozze dell’Agnello. Il Matrimonio, è nel disegno di Dio...

R. - Certamente. I teologi medievali hanno messo bene in evidenza come in qualche modo il Matrimonio sia stato il primo Sacramento ad essere istituito. Fin dall’inizio questo legame che c’è tra Adamo ed Eva esiste per parlare di Dio, per far venire alla luce il volto di Jahvè. Certo, soltanto in Gesù Cristo, nelle nozze di Cristo con la Chiesa - come dice Efesini 5 - questo Volto di Dio che appare nella relazione coniugale viene rilevato nella sua ultima verità e profondità.







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