2014-04-03 16:10:39

Giornata ordigni inesplosi: dopo 70 anni, in Italia 60 mila bombe inesplose mietono vittime


Sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema degli ordigni bellici inesplosi a partire da una corretta informazione. Questo l’obiettivo della campagna presentata ieri mattina al Senato in vista della Giornata Mondiale Onu contro le mine e gli ordigni inesplosi che ricorre oggi. Paolo Ondarza:RealAudioMP3

Migliaia di vittime, tra morti e feriti, ogni anno in tutto il mondo. In tre casi su quattro a rimetterci sono i civili che azionano congegni anche dopo anni dalla fine di una guerra. Il presidente dell’Associazione nazionale vittime civili di guerra Giuseppe Castronovo:

“In Afghanistan, ci vorranno ancora forse 60 anni per eliminare centinaia di migliaia di mine e di bombe. In altri Paesi, ad esempio a Gaza, ci sono migliaia di vittime civili di guerra per ordigni bellici non esplosi. Anche in Rwanda: un milione di persone tra cui bambini feriti per ordigni”.

Incidenti accadono anche in Italia nonostante l’ultimo conflitto bellico risalga a ormai 70 anni fa. Secondo il Ministero della difesa, sono oltre 60 mila gli ordigni ritrovati ogni anno, solo nel 2013 hanno causato 11 ferimenti gravi, 3 nel 2014. Tra questi c’è un agricoltore di Belluno ferito gravemente al volto e alle mani mentre stava lavorando la terra. Ancora Castronovo:

“Mentre seminava le patate, trovò un oggetto che sembrava una piccola lampadina… Invece questo oggetto era un ordigno ed è esploso. È rimasto cieco e senza una mano”.

E’ infatti l’apparenza innocua, ma traditrice di un giocattolo, che contraddistingue questi ordigni a destare la curiosità soprattutto dei bambini. E’ accaduto allo stesso Giuseppe Castronovo. Il 26 giugno 1944, perse la vista a causa dell’esplosione di una penna-bomba. Necessaria quindi una corretta informazione, proprio quella che si prefigge di promuovere nelle scuole l’Associazione nazionale vittime civili di guerra:

“Noi la faremo in tutte le scuole d’Italia. Coinvolgeremo il Ministero della Pubblica istruzione perché un Paese è civile quando previene i danni alla popolazione”.







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