Crisi Ucraina: scambi di accuse tra Kiev e Mosca. La Russia richiama il rappresentante
alla Nato
Non diminuisce la tensione tra Mosca e Kiev sulla crisi ucraina. I servizi segreti
di Kiev hanno accusato agenti russi di aver collaborato con l’ex presidente Viktor
Ianukovich in un’operazione per uccidere i dimostranti di piazza Maidan, nel febbraio
scorso. Mosca ha subito smentito, annunciando inoltre di aver arrestato alcuni sovversivi
ucraini. Il servizio di Giada Aquilino:
Sono 25 i cittadini
ucraini, tra cui alcuni esponenti di estrema destra, arrestati in Russia con l'accusa
di attività sovversiva. Secondo i servizi segreti di Mosca, gli arrestati preparavano
attentati in 7 regioni del Paese. La notizia degli arresti giunge quando il ministro
degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha respinto tutte le accuse sui servizi di sicurezza
nazionali, ritenuti implicati da Kiev nell’operazione con cui in febbraio l’ex presidente
Ianukovich avrebbe ordinato omicidi di massa dei dimostranti che protestavano a piazza
Maidan: a lanciarle, oggi in conferenza stampa, il nuovo capo dei servizi di sicurezza
ucraini, Valentyn Nalyvaichenko, secondo cui Ianukovich avrebbe dato direttamente
"l'ordine criminale di sparare sui manifestanti", causando tra il 18 e il 20 febbraio
scorsi almeno un centinaio di vittime. Sul piano diplomatico, il Cremlino ha richiamato
per consultazioni il rappresentante militare russo presso la Nato - dopo che l’Alleanza
atlantica aveva deciso di sospendere la collaborazione civile e militare con Mosca
- e avrebbe chiesto spiegazioni sul rinforzo delle difese nell'est europeo. Immediata
la smentita del segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che ha accusato
la Russia di "propaganda".