Scrutinio ancora bloccato in Turchia a tre giorni dalle elezioni. Contestazioni e
scontri con la polizia ad Ankara. Decine di ricorsi sono stati presentati in varie
parti del Paese. Intanto il premier Erdogan, forte della nuova riconferma popolare
con poco più del 44%, ha annunciato due nuove imminenti leggi: la riforma dei servizi
segreti e l’istituzione di una commissione d’inchiesta sui fatti di corruzione che
hanno coinvolto 4 suoi ex ministri. Da Istanbul, Susanna Iacona Salafia:
Ancora sul filo
del rasoio l’assegnazione della poltrona di sindaco ad Ankara: ieri la Polizia ha
utilizzato idranti e candelotti lacrimogeni per sgomberare la folla di protesta dei
sostenitori del partito d’opposizione Gehepe dinanzi la sede della Suprema
Commissione elettorale. Lo scrutinio è ancora bloccato al 99% delle schede che vede
Gokcen,il candidato dell’Akp, il partito del premier Erdogan, in testa per
solo mezzo punto. Sono 124 i seggi elettorali dove si sarebbero verificate irregolarità
secondo la denuncia presentata dall’altro candidato, Mansur Yavas, che ha chiesto
alla commissione il riconteggio di circa 75 mila voti. Le contestazioni ai risultati
si spargono a macchia d’olio dopo i disordini verificatisi il giorno delle elezioni:
una rissa si è scatenata ieri tra sostenitori dei due maggiori partiti, a Segiuk nel
distretto di Smirne. A Istanbul anche il sindaco sconfitto, Serigul, ha chiesto il
riconteggio dei voti mentre sacchi di schede votate sarebbero stati ritrovati nei
cassonetti d’immondizia. Ricorsi contro il risultato si annunciano in vari distretti.
Intanto il premier Erdogan forte della nuova riconferma popolare con poco più del
44% ha annunciato due nuove imminenti leggi: la riforma dei servizi segreti e l’istituzione
di una commissione d’inchiesta su i fatti di corruzione che hanno coinvolto 4 suoi
ex ministri.