Il Papa: per fare pace in famiglia non servono le Nazioni Unite, basta pregare e volersi
bene
“Il matrimonio è l’icona dell’amore di Dio”. E’ quanto affermato da Papa Francesco
nell’udienza generale di ieri in Piazza San Pietro, dedicata proprio al Sacramento
del Matrimonio. Il Papa ha ribadito l’importanza della preghiera nella famiglia. Il
legame con Dio, ha detto, aiuta a superare i conflitti che nascono tra i coniugi.
Dal Pontefice, al momento dei saluti, un pensiero speciale ai lavoratori dell’Alcoa
e agli abitanti dell’Aquila, a 5 anni dal terremoto che ha devastato la città. Il
servizio di Alessandro Gisotti:
“L’uomo lascerà
suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne”. Papa
Francesco ha sviluppato la sua catechesi partendo da questo passo della Genesi ed
ha subito sottolineato che "l’alleanza di Dio con noi" è “rappresentata in quell’alleanza
fra l’uomo e la donna”:
“Quando un uomo, una donna celebrano il Sacramento
del matrimonio, Dio - per così dire - si rispecchia in essi: imprime in loro i propri
lineamenti e il carattere indelebile del suo amore. Il matrimonio è l’icona dell’amore
di Dio con noi. Molto bello! Anche Dio infatti è comunione”.
Proprio questo,
ha soggiunto, è “il mistero del matrimonio: è l’amore di Dio che si rispecchia nel
matrimonio, nella coppia che decide di vivere insieme”. La Chiesa, ha soggiunto, “è
la sposa di Cristo” e “questo significa che il Matrimonio risponde a una vocazione
specifica e deve essere considerato come una consacrazione”. Gli sposi, ha detto ancora,
“vengono investiti di una vera e propria missione, perché possano rendere visibile,
a partire dalle cose semplici, ordinarie, l’amore con cui Cristo ama la sua Chiesa”.
Sappiamo bene, ha poi riconosciuto, “quante difficoltà e prove conosce la vita di
due sposi”. Per questo, ha ribadito, è importante “mantenere vivo il legame con Dio,
che è alla base del legame coniugale”:
“Il vero legame è sempre col Signore.
Quando la famiglia prega, il legame si mantiene. Quando lo sposo prega per la sposa
e la sposa prega per lo sposo, quel legame diviene forte. Uno prega con l’altro”.
“E’ vero – ha detto – che nella vita matrimoniale ci sono tante difficoltà”,
si litiga e a volte volano i piatti, ma “non bisogna diventare tristi” per questo:
“La condizione umana è così. Ma il segreto è che l’amore è più forte del
momento nel quale si litiga. E per questo io consiglio agli sposi, sempre, di non
finire la giornata nella quale hanno litigato senza fare la pace. Sempre! E per fare
la pace non è necessario chiamare le Nazioni Unite, che vengano a casa a fare la pace!
E’ sufficiente un piccolo gesto, una carezza: ‘Ma, ciao! A domani!’, e domani si incomincia
un’altra volta. E questa è la vita: portarla avanti così, portarla avanti col coraggio
di volerla vivere insieme”.
Il Papa ha poi ricordato le “sue” tre parole
fondamentali, quasi “magiche”, che aiutano a vivere bene la vita coniugale: “Permesso,
scusa, grazie”:
“Ripetiamole tutti! Permesso, grazie e scusa. Con queste
tre parole, con la preghiera dello sposo per la sposa e della sposa per lo sposo e
con il fare la pace sempre, prima che finisca la giornata, il matrimonio andrà avanti.
Le tre parole 'magiche', la preghiera e fare la pace sempre”.
Il Papa
è tornato a parlare di famiglia nei saluti ai pellegrini convenuti da tutto il mondo.
Francesco ha in particolare sottolineato quanto sia importante pregare per le famiglie
in difficoltà, nella certezza che esse “sono un dono di Dio nelle nostre comunità
cristiane”. Quindi, al momento dei saluti ai pellegrini italiani ha rivolto, tra gli
altri, un pensiero speciale ai lavoratori dell’Alcoa di Portovesme e agli abitanti
dell’Aquila, a cinque anni dal terremoto che ha devastato la città:
“Incoraggio
tutti a tenere viva la speranza! La ricostruzione delle abitazioni si accompagni a
quella delle chiese, che sono case di preghiera per tutti, e del patrimonio artistico,
a cui è legato il rilancio del territorio”.
Nella Giornata Mondiale dell’Autismo,
al termine dell’udienza generale, tre ragazzi autistici della Fondazione “Oltre il
Labirinto Onlus” hanno consegnato al Papa un modello personalizzato di “Hugbike”,
una bicicletta-tandem unica nel suo genere in quanto realizzata direttamente dai ragazzi
autistici e definita anche “bici degli abbracci”. In questa speciale bicicletta, il
guidatore abbraccia il passeggero, che è seduto davanti a sé, rendendo la pedalata
più sicura e adatta anche ai ragazzi disabili.Il momento della consegna è
stato particolarmente commovente per le famiglie che accompagnavano i ragazzi. A loro
è andata la gratitudine e l'incoraggiamento di Papa Francesco.