Ritratti di Santi. Claudia Koll legge la vita di suor Lucia di Fatima
Un invito ad entrare nel mondo dello spettacolo con la forza della fede. A pronunciarlo
è l’attrice Claudia Koll, direttrice della Star Rose Academy: nell’accademia, fondata
a Roma dalle Suore Orsoline della Sacra Famiglia, si è formata, tra gli altri, prima
di prendere i voti, suor Cristina Scuccia, protagonista del talent show di Rai Due
The Voice. Ieri sera, all’interno della rassegna quaresimale “Ritratti di Santi” nella
Chiesa romana di Santa Maria della Vittoria, Claudia Koll ha letto la vita
di Lucia di Fatima, alla quale è molto legata. Lo conferma in questa intervista di
Paolo Ondarza:
R. - Quando
ero piccolina rimasi colpita da questi bambini – Francesco, Giacinta e Lucia – che
ricevevano un compito così importante da parte della Madonna. Per la prima volta capii
che Maria non era una statua, un’immaginetta, un santino ma era una donna che amava
e che portava un messaggio importante. Da quel momento ho cominciato ad avere un’attenzione
diversa verso Maria. Quindi, ho un debito nei confronti dei pastorelli di Fatima,
perciò quando ho cominciato a leggere la storia di Lucia l’ho fatto con il cuore.
L’attualità del messaggio di Fatima è quello della conversione: il Signore offre una
grande misericordia, una grande apertura del cuore verso tutti gli uomini anche quelli
più lontani, verso i peccatori ma chiede la conversione. Chiede a chi crede, preghiera
e sacrificio proprio per portare la conversione nel mondo.
D. – Lei non è
nuova a queste letture dei Ritratti di Santi in Santa Maria della Vittoria. Che cosa
le ha dato questa esperienza in questi anni?
R. – Tantissimo, perché i Santi
ci accompagnano nel cammino di conversione. La prima lettura che feci fu su Giovanni
Paolo II e la feci con tanto amore perché è stato per me un riferimento, una guida
spirituale, proprio come un padre spirituale, attraverso i suoi scritti, attraverso
la sua testimonianza di vita. Non posso che gioire per la sua canonizzazione, il giorno
della festa della Divina Misericordia. I santi mi accompagnano nella conversione perché
prendo sempre qualche cosa dalla loro esperienza di vita ma anche dalla loro spiritualità
per capire cosa mi manca e quindi cosa devo approfondire di più nel rapporto con il
Signore.
D. – La lettura dei Ritratti di Santi è un’esperienza particolare
anche dal punto di vista professionale: l’accostarsi con la propria competenza alle
tematiche della fede…
R. – Un’artista quando si presta e si mette a servizio
della fede riceve tantissimo. Come dice Giovanni Paolo II nella Lettera agli artisti:
“C’è lo Spirito Santo che conduce l’artista”… Quella ispirazione che arriva quando
non te l’aspetti e che ti conduce per mano. Quando io approccio un testo ho sempre
rispetto di ciò che leggo e chiedo allo Spirito Santo di illuminarmi e di darmi la
capacità poi di comunicarne il senso più profondo a chi ascolta.
D. – L’arte
può essere un veicolo privilegiato per comunicare la fede, la verità?
R. –
Certo. Giovanni Paolo II dice anche che “la Chiesa ha bisogno dell’arte per comunicare
la bellezza del messaggio evangelico”. Noi abbiamo fatto questa scommessa con le Suore
Orsoline della Sacra Famiglia: è stata fondata un’accademia ispirata proprio alla
Lettera agli artisti di Giovanni Paolo II. Cerchiamo di formare giovani talenti perché
possano essere un segno nel mondo dello spettacolo, possano essere luce e sale.
D.
– Trattare tematiche di fede nella sua carriera è stata una scelta controcorrente:
le è pesata questa scelta?
R. – Sicuramente questa scelta l’ho pagata, però
è la mia gioia! Quindi, vado avanti per questa strada. Anche quando insegno in accademia
io insegno appoggiandomi alla Parola di Dio; i ragazzi imparano a leggere e a recitare
attraverso i Salmi e i libri della Bibbia.
D. – Sono recettivi? Raccolgono
la sfida che lei lancia loro?
R. – Sì, perché in fondo hanno sete di conoscenza
di Dio e si accorgono che man mano che leggono imparano. Per esempio, ho notato che
amano molto i Libri Sapienziali perché sono una guida ed i giovani hanno bisogno di
trovare riferimenti forti ed importanti. Certo i ragazzi sono anche volubili quindi
vanno sostenuti, hanno paura del confronto con il mondo dello spettacolo. Ecco perché
credo che suor Cristina, nel momento in cui è apparsa in televisione, possa essere
un esempio anche per loro, un incoraggiamento ad entrare nel mondo dello spettacolo
con la forza dello Spirito Santo, con la fede, sapendo che c’è una possibilità anche
per loro. Io spero tanto che si possa aprire un varco per gli artisti cristiani.