2014-04-01 14:37:59

Crisi ucraina: la Russia dialoga ma mantiene il controllo sulla Crimea. Sullo sfondo l'inefficacia dell'Ue


Stefano Costalli, docente di studi strategici all’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano
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La Crimea è un regione piccola ma geopoliticamente importantissima: ci sono basi militari russe e rappresenta lo sbocco sul mare che storicamente Mosca ha sempre cercato. Ecco perché, pur avendo avviato un dialogo con Washington per una soluzione negoziata della crisi e ritirato i carri armati dal confine ucraino, Mosca ha ribadito con il viaggio del premier Medvedev a Sinferopoli la propria supremazia sulla regione.
La Russia sempre di più negli ultimi anni, sotto la guida di Putin, vuole mostrare al mondo di essere tornata una grande potenza e di questo gli altri attori presenti sullo scenario internazionale debbono tenere conto. Oggi, rispetto all'epoca della Cortina di ferro, siamo in una situazione più simile a quella ottocentesca. Il sistema internazionale è meno ingessato e ci sono più grandi potenze che si fronteggiano. Ma oggi non è più legittimo, come allora, lo strumento militare per annettere nuovi territori. Non è chiaro perciò fino a che punto sia tollerabile, da un punto di vista politico, un'operazione come quella compiuta dalla Russia in Crimea. In questo contesto spicca l'incapacità di intervento dell'Unione Europea la cui funzione originaria di garante della pace è andata scemando. Se l'Europa può avere un ruolo nel sistema internazionale è proprio quello di creare legami costruttivi di reciproca fiducia, attraverso forme di cooperazione commerciale e culturale, per non far emergere gli attriti fra le grandi potenze inevitabili quando prevale la logica della pura politica di potenza. Questa sembra lontana, ma se l'Ue non riesce ad essere efficace la politica di potenza rischia di avere campo libero. (Intervista di Fabio Colagrande)







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