Ucraina: Lavrov e Kerry d'accordo sulla soluzione diplomatica della crisi
Il premier russo Dmitri Medvedev è arrivato a Sinferopoli assieme ad alcuni ministri
del governo di Mosca per una riunione sullo sviluppo socio-economico della penisola
di Crimea. E' la prima visita di membri del governo russo in Crimea dopo quella del
ministro della Difesa Shoigu la settimana scorsa. Sulla crisi ucraina a livello internazionale
ancora non c’è un accordo ma è stata aperta una via diplomatica. E’ il risultato
del colloquio domenica a Parigi tra il ministro degli Esteri russo, Lavrov, e il segretario
di Stato Usa, Kerry. Da parte sua Kerry, dopo l’incontro, ha ribadito l’appello alla
Russia affinche' ritiri le sue truppe dalla frontiera ucraina, aggiungendo che nessuna
decisione può essere presa senza la partecipazione di Kiev. Il comandante delle truppe
Nato in Europa ha anticipato il suo ritorno a Bruxelles, mentre nell’est dell’Ucraina
si sono registrate ancora proteste filo-russo con la presenza di pochi dimostranti.
Giuseppe D'Amato
Lavrov e Kerry
continuano ad avere opinioni diverse su quasi tutto, ma convergono sulla necessità
di una “soluzione diplomatica” alla crisi. I russi spingono soprattutto per la federalizzazione
dell’Ucraina, per la concessione dello status di lingua ufficiale al russo, per la
difesa delle minoranze etniche. “Siamo – ha detto Lavrov - per riforme costituzionali
e per lo svolgimento di elezioni libere e pulite sotto il controllo internazionale”.
Gli Stati Uniti non prenderanno decisioni per gli ucraini, ha subito dichiarato Kerry,
ma “siamo pronti a creare il giusto clima per i negoziati”. “Come ha dimostrato il
voto alle Nazione Unite – ha sottolineato il capo della diplomazia Usa – la Comunità
internazionale sostiene l’Ucraina, la sua sovranità e la sua integrità territoriale”.
In precedenza il ministero degli Esteri ucraino aveva seccamente risposto di “no”
all’ipotesi di federalizzazione del Paese. Tra 10-12 giorni si riunirà il gruppo di
contatto sulla Moldova-Transnistria.