2014-03-31 14:43:13

Darfur: nessun cessate il fuoco ma segnali incoraggianti


Si è concluso senza la firma di un atteso cessate-il-fuoco, il secondo forum di Um Jaras per la pace e la sicurezza in Darfur. Al termine dell’incontro - riferisce l'agenzia Misna - i partecipanti hanno divulgato una nota in cui raccomandano il disarmo di tutti i gruppi e le milizie armate, e ribadiscono che solo le forze armate sudanesi (Saf) hanno il diritto di girare armate nella turbolenta regione occidentale.

I capi tribali intervenuti per l’occasione nella cittadina, non lontano dal confine col Ciad, hanno sottolineato l’esigenza che i militari fuoriusciti siano “reintegrati nell’esercito regolare o comunque sottoposti a una supervisione” da parte dello Stato che deve tornare a imporre “lo stato di diritto” sul territorio. Il riferimento è ai combattenti delle cosiddette Forze di rapido intervento (Rsf) costituite da paramilitari e ‘Janjaweed’, combattenti di etnia araba alleati di Khartoum nel conflitto civile darfuriano.

All’incontro, a cui hanno partecipato anche al presidente del Sudan, Omar Hassan al Bashir, e il suo omologo ciadiano Idriss Deby, erano presenti anche i leader tradizionali delle tribù Rizeigat, Massalit, Ma’alia, Salamat and Ta’isha, protagonisti di aspri scontri in diverse regioni del Darfur nell’ultimo anno e mezzo.

Esponente del clan Zaghawa Bidyat, legato alla tribù del Darfur, Deby potrebbe avere un ruolo fondamentale da svolgere nella mediazione sul conflitto. Inoltre è sposato con una figlia di Musa Hilal, leader della milizia sudanese che ha recentemente disertato dal partito di governo del Sudan, prendendo il controllo su molte località del Nord Darfur.

Segnali incoraggianti, considerato anche il sostegno espresso alla pace e alla coesistenza pacifica e la lettera aperta, indirizzata al presidente, in cui si impegnano a non fare ricorso alle armi e alla volontà di risolvere “in modo pacifico” differenze e dispute. (R.P.)







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