Il gesuita argentino Scannone: Papa Francesco sta rendendo feconda la teologia
del popolo
“Il Concilio Vaticano II in America Latina e le radici di Papa Francesco”. E’ il tema
di un convegno - tenutosi in questi giorni a Roma - su iniziativa di “Civiltà Cattolica”,
Gregoriana e Collegio sacerdotale argentino. All’evento, è intervenuto anche il gesuita
Juan Carlos Scannone, 82enne teologo argentino, che ha avuto come alunno Jorge
Mario Bergoglio. A padre Scannone, Alessandro Gisotti ha chiesto di indicare
quale contributo particolare stia dando Papa Francesco alla Chiesa del nostro tempo:
R. – Hay un
aire nuevo, un espiritu nuevo... C’è un’aria nuova, uno spirito nuovo, che commuove
la Chiesa. Io penso che Papa Francesco sia mosso dallo Spirito Santo e che sempre
attraverso di Lui il Popolo di Dio gli risponda, non solo a Roma, ma praticamente
in tutto il mondo. Recentemente mi trovavo in Germania e ho visto come reagisce la
gente, l’interesse che ha nell’ascoltare quello che riguarda Papa Francesco... Questo
per dire che c’è uno spirito nuovo: credo che sia la continuazione del Concilio Vaticano
II, che viene ripreso, anche se nelle nuove e attuali circostanze, che non sono le
stesse di quelle della metà del secolo scorso.
D. – Lei è tra coloro che hanno
dato vita e poi sviluppato la “teologia del popolo”, che è così centrale per capire
Papa Francesco. Come ha approfondito Jorge Mario Bergoglio negli anni, in Argentina,
questa teologia del popolo?
R. – En aquel momento, en Argentina... In quel
momento, in Argentina, lui ha portato avanti questa linea e credo che ora, come Papa,
la stia approfondendo. Nell’articolo, che io ho pubblicato su “Civiltà Cattolica”,
mostro come lui continui a seguire questa linea, ma anche la approfondisca. Per esempio,
nell’apprezzamento della pietà popolare, della spiritualità popolare, come nella relazione
tra il Popolo fedele di Dio e i popoli della Terra…. Sì, penso che continui su questa
linea e che forse ora, ispirato dal fatto di essere Papa, renderà questa teologia
più feconda per la Chiesa universale.
D. – Quando ha rivisto Jorge Mario Bergoglio,
questa volta quando era già Papa, non era più il vescovo, il pastore di Buenos Aires,
che emozione le ha fatto?
R. – Pienso que ... Penso che siasostenutodallo Spirito Santo: il viso raggiante, questa semplicità e allo stesso tempo
questa profondità, questa serenità, questa pace. Sono stato con lui e abbiamo parlato
per un’ora intera: l’incontro con lui è stato davvero un balsamo per me e per la mia
vita spirituale, apostolica ed anche per la riflessione filosofica e teologica.