“Verbum Domini II: la Parola del Signore raggiunge le Nazioni”
E' stata presentata nella Sala Stampa della Santa Sede la rassegna espositiva di testi
e di rari manufatti biblici promossa dal Museum of the Bible, che sarà allestita presso
il Braccio di Carlo Magno dal 2 aprile al 22 giugno. L’iniziativa fa seguito alla
prima mostra “Verbum Domini” tenutasi a Roma nel 2012. Il servizio è di Maura Pellegrini
Rhao:
“Sarà qualcosa
di completamente diverso dalla mostra del 2012”, così esordisce Cary Summers, Chief
Operating Officer del "Museum of the Bible". Quest’anno verranno esposti 200 elementi
tra i più preziosi delle varie collezioni, inseriti nei loro contesti geografici,
chiare dimostrazioni di come la tradizione della trasmissione della Bibbia abbia plasmato
e modellato la storia del mondo.
L’esposizione ha lo scopo di avvicinare la
Sacra Scrittura alle persone e renderla così più comprensibile. Infatti, “uno dei
mali del nostro tempo”, denuncia mons. Melchor Sánchez de Toca y Alameda, sottosegretario
del Pontificio Consiglio per la Cultura, “è la poca conoscenza che si ha di un testo
così importante, di un vero e proprio prodotto culturale che dovrebbe essere studiato
a scuola come capolavoro letterario e storico”:
"La Bibbia è anche un prodotto
culturale nel senso in cui il cardinale Ravasi la chiama 'il codice culturale dell'Occidente'.
E' impensabile la cultura occidentale senza il contributo della Scrittura. Il nostro
desiderio è che molti vengano a conoscere questa mostra e far sì che si avveri la
profezia di Amos che dice: 'Ecco, vengono giorni, dice il Signore, in cui io manderò
sulla terra fame e sete della Parola di Dio'".
Mons. José Maria Abrego
de Lacy, rettore del Pontificio Istituto Biblico, ci tiene a sottolineare il grande
interesse riscontrato nelle persone in occasione delle mostre precedenti, prova di
come la Sacra Scrittura riesca sempre a entrare nel cuore di ognuno. Ma quello che
più lo colpisce è la grande emozione testimoniata dagli scienziati che hanno potuto
toccare i rari manufatti. Mons. Abrego de Lacy non può non collegare ciò alla sacramentalità
di cui parla Benedetto XVI nell’esortazione Verbum Domini:
"La proclamazione
della Parola di Dio nella celebrazione comporta il riconoscere che sia Cristo stesso
a essere presente e a rivolgersi a noi per essere accolto. La sacramentalità della
Parola, il segno fisico di una Parola di Dio che parla all'umanità nella storia di
ogni giorno".
Assolute rarità, dunque, saranno esposte, provenienti da
biblioteche e collezioni private di tutto il mondo. Esempi di pezzi straordinari sono
quelli presentati dal dott. Ambrogio Maria Piazzoni, viceprefetto della Biblioteca
Apostolica Vaticana, che in prima assoluta consente la visione di un foglio del "Papiro
Bodmer 14-15", databile intorno all’anno 200, quasi integrale, che presenta, già nella
sequenza in cui li conosciamo oggi, i Vangeli secondo Luca e secondo Giovanni. E ancora,
un doppio foglio del famoso "Codex Vaticanus" del IV secolo, il primo manoscritto
integrale della Bibbia, testimone privilegiato del canone delle Scritture in quel
periodo così antico.