Pakistan: cristiani pregano per Asia Bibi e Sawan Masih, condannati a morte per blasfemia
I cristiani di Lahore si sono riuniti questo venerdì in una giornata di digiuno e
preghiera per Asia Bibi e per Sawan Masih, entrambi cristiani condannati a morte ingiustamente
per accuse di blasfemia palesemente infondate. Asia Bibi attende il processo di appello,
mentre Sawan Masih è stato condannato a morte. I cristiani hanno espresso fiducia
nell’Alta Corte di Lahore e chiedono di porre fine ai casi di abuso della controversa
legge sulla blasfemia. Per un commento, Marco Guerra ha sentito Mobeen Shahid,
docente di religione islamica alla Pontificia Università Lateranense e fondatore dell’"Associazione
pakistani cristiani in Italia”:
R. – Se parliamo
di abuso della legge della blasfemia, teniamo presente che fino a due anni fa la maggioranza
delle vittime era di fede islamica. L’altro gruppo più colpevolizzato era quello degli
ahmadi e il terzo gruppo quello dei cristiani. Teniamo presente, però, che
i cristiani e gli induisti non sono neanche il 3% dei 180 milioni di cittadini del
Pakistan. In questa maniera, si sta solamente effettuando un genocidio delle minoranze
religiose in Pakistan. L’ultimo esempio di Sawan è solamente un aspetto di questa
militanza islamica nel Paese, che è cresciuta in questi ultimi quattro decenni.
D.
– A che punto è il percorso di revisione della legge, se ce ne è ancora uno?
R.
– Il punto della revisione è fermo alla morte di Shahbaz Bhatti, lì dove si era arrivati.
Ora, però, la questione non è solamente giuridica sullo stile e sulla prospettiva
occidentale, che ha le sue strutture all’interno della giurisdizione internazionale,
riconosciuta anche dall’Onu. Qui la prospettiva cambia, in quanto la giurisdizione
è islamica. Ricordiamo che solo nel mese di dicembre la Corte federale shariatica
di Islamabad aveva chiesto alla Camera dei deputati di riconoscere solamente la pena
di morte come unica pena possibile per blasfemia, sia contro il profeta che contro
il Corano.
D. – Invece, per quanto riguarda il caso di Asia Bibi, il processo
è ripreso o è stato rinviato nuovamente? A che punto è?
R. – Il caso di Asia
Bibi è stato rinviato un’altra volta. C’è stata l’udienza. Stavolta, meno male, c’era
un giudice, c’erano gli avvocati di Asia Bibi, specialmente l’avvocato Naeem Shakir,
un cristiano che la sta difendendo. Allo stesso tempo, però, mancavano gli avvocati
dell’accusa. Si stanno rendendo conto, quindi, che è stato fatto un abuso e ora non
sanno come andare avanti.
D. – Voi avete intenzione di esercitare ulteriori
pressioni e di portare ancora all’attenzione questo caso?
R. – Da cittadini
del Pakistan chiediamo il rispetto dei nostri diritti, come cofondatori del Pakistan.
Ma oltre a questo, noi pakistani cristiani in Italia, assieme ad altre associazioni,
prossimamente faremo manifestazioni con i parlamentari italiani, nonché una conferenza
stampa presso la Camera dei deputati per chiedere al Pakistan di rispettare i diritti
di tutti i suoi cittadini.