Mons. Galantino, Cei: "i media cattolici non devono essere bigotti". Il Papa è
stato troppo buono con i politici
(nella foto mons.
Nunzio Galantino). Quali sone le prospettive dei media cattolici in Italia? "Penso,
risponde il neo segretario generale dei vescovi italiani, mons. Nunzio Galantino,
alla Radio Vaticana, che la comunicazione in Italia abbia potenzialità straordinarie;
dovremmo però, secondo me, essere meno bigotti, tutti quanti. Cioè, essere capaci
di intercettare come gli altri e prima degli altri, perché una sensibilità grande
nei nostri mezzi di comunicazione sociale, c’è. Abbiamo fior di professionisti che
però molte volte, per un malinteso senso di ecclesialità, per un malinteso senso di
fedeltà alla Chiesa, diventano più bigotti dei bigotti. E questo tipo di comunicazione
non va da nessuna parte: non serve a nessuno!". A margine della conferenza stampa
di presentazione del documento del Consiglio permanente della Cei, conclusosi il 26
marzo scorso a Roma, il segretario generale dei vescovi italiani sottolinea come "la
forza della Chiesa italiana, stia soprattutto nel non sentirsi mai appagata, perché
è il Vangelo che non ci permette di sentirci appagati. Penso che i maggiori, i più
grandi nemici della Chiesa, anche della Chiesa come istituzione, siano gli spiriti
sazi, e gli spiriti sazi possono stare anche tra i vescovi, tra i sacerdoti e tra
i laici. Gente, cioè, che pensa ad acquisire o ad avere acquisito delle posizioni
e a campare di rendita". "La Chiesa, prosegue mons. Galantino alla Radio Vaticana,
non è la stampella dello Stato per quello che lo Stato non riesce a fare; anzi, la
Chiesa deve fare da stimolo perché lo Stato apra gli occhi sui problemi reali e non
faccia lo strabico, lo Stato: è uno strabismo pericolosissimo, perché è dovuto non
a malattie congenite, perché l’Italia non è così. E’ dovuto invece ad uno strabismo
ideologico, e questo è pericolosissimo". "Di chiacchiere sulla famiglia, prosegue
mons. Galantino, se ne sono fatte già troppe, da tutte le parti; ma di fatto, di famiglie
che fanno fatica ad andare avanti ce ne sono tante: sembra addirittura demagogico
ancora affermare questo! Se invece noi, come si sta facendo, purtroppo, parliamo della
famiglia ma unicamente per proporne le alternative . Qui nessuno sta a dire che non
dobbiamo garantire i diritti delle singole persone; però, sappiamo tutti che chi assicura
futuro a questa nostra benedetta società è la famiglia. E allora, investire di più
sulla famiglia!". Nelle scuole, sembra passare una lettura ideologica della famiglia:
mi riferisco, per esempio, alla teoria del 'gender'. "Quella è stata, secondo me,
una caduta di stile grandiosa, da parte del governo, non so se quello presente o
quello passato. A me pare, scusate, non so se si può dire, questo, mi sembra addirittura
ridicolo che un Ministero dica: “Non sapevamo niente della distribuzione di volumi
che sono nati dall’interno del Ministero”, perché non conosco bene le gerarchie: ma
un dipartimento, un organismo del Ministero non mi sembra che possa essere alla mercé
del primo ideologo che viene lì, e può investire soldi su questo. Ecco, proprio a
proposito di questo, volevo dire proprio questo: essere attenti alla famiglia". "Io
non sono stato presente, perché tra l’altro non sono un politico, alla Messa del Papa
con i politici. Il Papa è stato molto buono, secondo me, a dire che si corrompono
solo quelli che stanno lontani dalla gente. Ci sono anche quelli i quali, quando stanno
con gli altri, anzi, fanno un poco peggio, perché mettono insieme la voglia di corrompersi
a vicenda, anzi: fanno un poco a gara, alcuni. Ma, a parte la battuta, a parte gli
scherzi: certamente, quando manca la presenza della gente, quando manca il contatto
con le persone, con i fatti reali delle persone, è evidente che il politico soffre
della “sindrome del Padreterno”! Ma d’altra parte, tutta questa gente che dice che
non sapeva niente quando le pagano le case, che non sa niente quando le fanno fare
i viaggi all’estero, che non sa niente quando le regalano fior di scemenze, che costano
però tantissimo, perché dicono che non ne sanno niente? Non ne sanno niente, probabilmente
perché non guardano in faccia la gente." (a cura di Luca Collodi)