Libro sul Beato Giovanni XXIII: il decennio bulgaro alla base dell'apertura ecumenica
“La sollecitudine ecclesiale di monsignor Roncalli in Bulgaria” è il titolo del nuovo
volume pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, a un mese dalla Canonizzazione
del Beato Papa Giovanni XXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli. Autore del libro,
presentato ieri sera presso la nostra emittente, è il giovane ricercatore bulgaro
Kiril Plamen Kartaloff, che ha approfondito il decennio della missione apostolica
in Bulgaria di monsignor Roncalli, dal 1925 al 1934. Un lavoro reso possibile dall’apertura
degli Archivi Vaticani alla consultazione dei documenti del Pontificato di Pio XI,
in quegli anni al Soglio pontificio. Sulla missione di mons. Roncalli in Bulgaria,
Antonella Pilia ha intervistato l'autore del libro:
R. – E’ una
missione importante, perché da lì inizia la sua carriera diplomatica. Quindi, il primo
approccio è in Oriente, un mondo sconosciuto, e il suo compito quello di ordinare
la Chiesa cattolica locale. Non è solo questo, però, che lui cerca di fare: lui cerca
di instaurare dei rapporti, non solo con il governo, ma anche con i cristiani. La
Bulgaria, infatti, è un Paese di cristiani ortodossi. La sensibilità ecumenica, quindi,
nasce proprio in quel territorio e poi si sviluppa pian piano nei decenni. E proprio
in questi dieci anni lui capisce che l’unica via per un mondo più pacifico, se così
vogliamo dire, è l’unità della Chiesa, di tutti i cristiani. E questo è importantissimo.
D.
– Questo è importantissimo anche perché poi determinerà l’apertura del Concilio Vaticano
II...
R. – Certamente. Il Concilio Vaticano II è un’esperienza che lui matura
in tutti questi anni, proprio perché il conoscere da vicino le persone e l’incontro
anche con i più poveri – lo stesso mons. Roncalli nasce da una famiglia povera – contribuisce
molto allo sviluppo di questa sensibilità, che lui porterà anche nel Concilio Vaticano.
Il suo Pontificato è molto importante, dopo la seconda Guerra Mondiale, perché cambia
l’approccio: lui si mostra come un pastore, che ha un nuovo stile anche nei rapporti
con le persone. Tutto questo parte, secondo quello che ho potuto verificare, dalla
Bulgaria, da questo suo decennio bulgaro.
D. – In Bulgaria, come viene ricordata
la figura di Papa Giovanni XXIII, in particolare ora che si avvicina il giorno della
sua Canonizzazione?
R. – La Bulgaria non ha dimenticato affatto Papa Giovanni
XXIII, anzi l’anno scorso si sono organizzati tre Convegni internazionali di grossissimo
livello. E’ sempre viva, quindi, la fiamma e il suo pensiero. Anche questo libro è
stato pubblicato la settimana scorsa in lingua bulgara, per dare un contributo alla
scienza storica bulgara.
A sottolineare l’importanza del decennio bulgaro
di monsignor Roncalli è anche lo storico Massimo de Leonardis, docente presso
l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e autore della prefazione del libro:
"Roncalli
quando andò in Bulgaria non aveva nessuna particolare conoscenza del mondo orientale,
ma aveva una grande capacità di incontrare le persone. Quindi, il periodo bulgaro
servì per sviluppare un nuovo approccio. Non credo si possa assolutamente parlare
- quantomeno per questo periodo - di una nuova dottrina ma si deve parlare di sensibilità,
di atteggiamento, di apertura verso il mondo ortodosso. Tutto questo si manifesta
proprio nel periodo bulgaro ed è quindi una premessa che poi continuerà, perché nel
decennio successivo andrà come delegato apostolico in Turchia e in Grecia. È quindi
un periodo importante. Vorrei anche aggiungere che, dal punto di vista specifico della
'carriera' ecclesiale di Roncalli, questo primo incarico diplomatico è assolutamente
fondamentale perché fino a quel momento era un colto e estimato sacerdote, che insegnava
in particolare storia ecclesiastica, mentre questo incarico - che comporta tra l’altro,
ovviamente, la consacrazione episcopale - lo proietta verso tutta una serie di altri
impegni che culmineranno nell’incarico di nunzio apostolico a Parigi e porteranno
poi la berretta cardinalizia. Gli consentirà poi, formalmente, la sua elezione a Papa".