2014-03-27 14:05:43

Sud Sudan. Il nunzio: costruire la pace con il dialogo e la democrazia


“Cambiamenti fondamentali” sul terreno del buongoverno, della lotta alla corruzione e dell’impegno per la democrazia: solo in questo modo, dice all'agenzia Misna mons. Charles Balvo, nunzio apostolico in Kenya e Sud Sudan, sarà possibile costruire una pace sostenibile.

Parole pronunciate di ritorno da una visita a Juba, dove monsignor Balvo è stato insieme con il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace. Un’occasione per incontrare il presidente Salva Kiir e il suo governo. Ma anche e soprattutto le comunità locali di laici e religiosi e i tanti profughi che hanno cercato rifugio nei pressi della base dei peacekeeper dell’Onu a Juba. Iniziative, queste, organizzate con l’obiettivo di favorire la fine del conflitto armato cominciato a dicembre.

Il primo obiettivo da raggiungere, sottolinea mons. Balvo – è la fine delle violazioni della tregua concordata a gennaio tra le forze fedeli a Kiir e i ribelli legati al suo ex vice Riek Machar. “E’ fondamentale – avverte il nunzio apostolico – che ai negoziati di pace e alla ricostruzione del Sud Sudan partecipino anche i gruppi religiosi, della società civile, dei partiti politici e di tutti i settori sociali; servono cambiamenti fondamentali delle strutture della società, che comprendono buongoverno, fine della corruzione e del nepotismo, istituzioni democratiche e riforma delle Forze armate”. La condanna di “ogni atto di violenza” e l’impegno a lavorare “nella ricerca di un clima di dialogo, riconciliazione e pace tra tutti i membri della società” è il cuore di un messaggio di Papa Francesco letto domenica nella cattedrale di Juba dal card. Turkson. Un appello che nasce dalla presa d’atto di “una situazione drammatica” e dalla necessità urgente di prestare assistenza alle oltre 900.000 persone costrette dalle violenze a lasciare le loro case.

Ieri il quotidiano Sudan Tribune riferiva di scontri tra forze governative e ribelli a nord-est di Bor, il capoluogo della regione orientale di Jonglei. E c’è ancora incertezza sui negoziati previsti ad Addis Abeba. Mediati dall’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad), potrebbero riprendere nei prossimi giorni. (R.P.)







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