Sud Sudan. Il nunzio: costruire la pace con il dialogo e la democrazia
“Cambiamenti fondamentali” sul terreno del buongoverno, della lotta alla corruzione
e dell’impegno per la democrazia: solo in questo modo, dice all'agenzia Misna mons.
Charles Balvo, nunzio apostolico in Kenya e Sud Sudan, sarà possibile costruire una
pace sostenibile.
Parole pronunciate di ritorno da una visita a Juba, dove
monsignor Balvo è stato insieme con il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente
del Pontificio consiglio della giustizia e della pace. Un’occasione per incontrare
il presidente Salva Kiir e il suo governo. Ma anche e soprattutto le comunità locali
di laici e religiosi e i tanti profughi che hanno cercato rifugio nei pressi della
base dei peacekeeper dell’Onu a Juba. Iniziative, queste, organizzate con l’obiettivo
di favorire la fine del conflitto armato cominciato a dicembre.
Il primo obiettivo
da raggiungere, sottolinea mons. Balvo – è la fine delle violazioni della tregua concordata
a gennaio tra le forze fedeli a Kiir e i ribelli legati al suo ex vice Riek Machar.
“E’ fondamentale – avverte il nunzio apostolico – che ai negoziati di pace e alla
ricostruzione del Sud Sudan partecipino anche i gruppi religiosi, della società civile,
dei partiti politici e di tutti i settori sociali; servono cambiamenti fondamentali
delle strutture della società, che comprendono buongoverno, fine della corruzione
e del nepotismo, istituzioni democratiche e riforma delle Forze armate”. La condanna
di “ogni atto di violenza” e l’impegno a lavorare “nella ricerca di un clima di dialogo,
riconciliazione e pace tra tutti i membri della società” è il cuore di un messaggio
di Papa Francesco letto domenica nella cattedrale di Juba dal card. Turkson. Un appello
che nasce dalla presa d’atto di “una situazione drammatica” e dalla necessità urgente
di prestare assistenza alle oltre 900.000 persone costrette dalle violenze a lasciare
le loro case.
Ieri il quotidiano Sudan Tribune riferiva di scontri tra forze
governative e ribelli a nord-est di Bor, il capoluogo della regione orientale di Jonglei.
E c’è ancora incertezza sui negoziati previsti ad Addis Abeba. Mediati dall’Autorità
intergovernativa per lo sviluppo (Igad), potrebbero riprendere nei prossimi giorni.
(R.P.)