2014-03-27 15:47:02

La "Festa del Perdono": impariamo da Dio a perdonare gli altri


RealAudioMP3 "Il perdono è un percorso che oggi va riproposto a tutti perché fa parte di una spiritualità che va oltre le religioni. E' una realtà che fa stare bene, perché imparare a perdonare è un dono che facciamo a noi stessi". A parlare così è p. Gianfranco Testa, missionario della Consolata e fondatore, a Torino, dell'Università del Perdono. "Il perdono è un regalo che io faccio a me stesso perché non voglio che la riproposizione anche solo della memoria di un fatto negativo mi impedisca di essere libero", spiega p. Gianfranco. "A volte noi siamo pieni di rabbia e portiamo dentro il rancore per tanto tempo, ma è un po' come girare un coltello nella ferita: non ha senso. Se vogliamo guarire dobbiamo togliere il coltello, non rigirarlo. In fondo si tratta di seguire quella che Giovanni Paolo II chiamava la 'pedagogia' del perdono". Alla vigilia della 'Festa del Perdono', l'iniziativa quaresimale del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, padre Testa, a lungo missionario in Argentina, commenta anche il magistero di Papa Francesco sulla misericordia. "Francesco va all'essenziale, ci ricorda che al cuore della nostra fede c'è la consapevolezza che siamo amati da Dio e che possiamo imparare da Lui ad amare gli altri". "Ricordo che durante una confessione una donna mi confidò che c'era una persona che parlava male di lei e che non sapeva cosa fare. Poi si rese conto che siccome Dio ama tutti allora amava anche quella persona e le diventò più facile perdonarla e amarla. Se Dio ama tutti, quindi anche il mio nemico, perché io non lo posso amare?". "A chi non è credente ricordo sempre che il perdona libera comunque. Non cambia il passato ma ci amplia il futuro, ci permette di affrontarlo anche senza scegliere la vendetta. Non significa dimenticare, l'ingiustizia va sempre combattuta. Ma bisogna combattere il male, non coloro che lo commettono". All'iniziativa "24 ore per il Signore", che il Papa ha ribattezzato 'Festa del perdono', hanno preso parte anche i circa 500 iscritti al XXV Corso sul Foro interno, organizzato anche quest'anno dalla Penitenzieria Apostolica. "Si tratta di un corso annuale, dedicato al Sacramento della Penitenza, rivolto ai preti ordinati di recente, ai diaconi e ai candidati al sacerdozio che frequentano l’ultimo anno del curriculum formativo degli studi in vista del presbiterato", spiega S.E. mons. Krzysztof Nykiel, Reggente della Penitenzieria. "E’ stata privilegiata la parte pratica relativa alla retta amministrazione del sacramento e alla soluzione di casi complessi o particolarmente delicati che, nella confessione, vengono sottoposti al giudizio e alla misericordia della Chiesa". "Da un quarto di secolo durante il periodo quaresimale la Penitenzieria Apostolica organizza questo Corso perché siamo profondamente convinti che la valorizzazione del ministero penitenziale, soprattutto della confessione, dipende in gran misura anche dai sacerdoti e dalla loro consapevolezza di essere depositari di un ministero prezioso e insostituibile", spiega il Reggente. Per la celebrazione penitenziale di venerdì 28 a Roma la Penitenzieria aveva messo a disposizione circa 60 confessori. "Non dimentichiamo quanti cambiamenti di vita e quante storie di santità hanno avuto inizio in un confessionale!", aggiunge mons. Nykiel. "L’ascolto della formula 'Io ti assolvo dai tuoi peccati' rappresenta una vera scuola di conversione e di rinnovamento che porta ad avere sempre maggiore fiducia nell’amore misericordioso di Dio, più grande di ogni nostro peccato, e che deve far nascere nel cuore del penitente riconciliato il desiderio di voler stare sempre con il Signore". (a cura di Fabio Colagrande)







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