"Gender" e scuola. Toccafondi: quei libretti "bypassavano" i genitori
Alle elementari “dovremo sperimentare classi di 'solo inglese' e 'solo francese',
dove alcune materie saranno insegnate esclusivamente nella lingua straniera”. Lo ha
affermato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Intanto non si placa la
polemica sui corsi e gli opuscoli sulla teoria del genere che dovrebbero essere distribuiti
nelle scuole. Alessandro Guarasci ha sentito il sottosegretario all’Istruzione,
Gabriele Toccafondi:
R. - Ciò che
entra nelle scuole, riguardo l’educazione dei ragazzi, passa e deve passare attraverso
la conoscenza responsabile dei genitori. Rispetto a questo punto, che ho ribadito
e che ribadisco oggi, sono stato definito omofobo, oscurantista. Mi sembra che qualcuno
si sia particolarmente irrigidito rispetto a una questione, secondo me, di pura ragionevolezza.
D.
- Che succederà con questi opuscoli? Saranno rivisti? Saranno introdotti nelle scuole
per come li conosciamo su Internet? Insomma, che cosa darà il Ministero dell’istruzione?
R.
- Questo va chiesto anche al ministro. Mi sembra che non possa entrare nelle nostre
scuole, nell’educazione dei nostri ragazzi, qualcosa che non sia rivisto dal Ministero
e soprattutto qualcosa che non sia a conoscenza dei genitori. I libretti sull’educare
alla diversità, secondo me, avevano questo di sbagliato: bypassavano, oltre il Ministero
di Viale Trastevere, soprattutto - e sottolineo questo aspetto - i genitori. Questo
è quello che secondo me ha fatto anche naufragare lo stesso progetto editoriale, visto
che da Internet ne sono state scaricate solo 40 copie.
D. - A inizio anno scolastico,
ha fatto anche un po’ di polemica la dicitura “Genitore 1”, “Genitore 2”, sotto lo
scarico di responsabilità che poi viene dato alle famiglie. Insomma, molte scuole
sono andate un po’ a caso. Serve, anche su questo, una direttiva del Ministero?
R.
- È dipeso dalla volontà delle singole direzioni, anche delle scuole. Su questo aspetto,
però, più che una direttiva, più che una circolare, fa il buonsenso, la ragione. Sembra
sia del tutto ragionevole ribadire che ogni figlio ha un padre ed una madre. Se tutti
noi partiamo dalla semplicità e dalla realtà, con l’uso della ragione ci potremmo
evitare quella che io chiamo “la battaglia ideologica” all’interno delle nostre scuole.
D.
- C’è bisogno di rafforzare la parità scolastica tra scuole statali e non statali?
R.
- Siamo uno degli ultimi Paesi - forse insieme alla Grecia - a non avere una vera
parità scolastica. L’istruzione pubblica italiana si regge su due gambe: quella statale
con oltre otto milioni di alunni e di ragazzi, e quella non statale con un milione
di alunni e di ragazzi. Se crolla una delle due gambe, crolla tutto il sistema scolastico
nazionale.