2014-03-26 12:59:57

Sud Sudan: a rischio un milione di persone, soprattutto donne e bambini


A meno che la situazione umanitaria in Sud Sudan non migliori velocemente e radicalmente, circa un milione di persone - in maggior parte donne e bambini - dovranno affrontare una crisi ancor più grave, sia all’interno del Paese che nei Paesi vicini. “Con l’avvicinarsi delle piogge, il tempo per scongiurare una catastrofe umanitaria per i bambini del Sud Sudan si accorcia sempre più”, ha dichiarato Yasmin Haque, vice direttore dei Programmi d’Emergenza dell’Unicef, di ritorno dal Sud Sudan.

“Le persone che abbiamo incontrato a Nyal nello Stato di Unity stanno cercando rifugio su piccole isole circondate dall’acqua. Non fanno un pasto completo da circa 75 giorni e stanno sopravvivendo a malapena nutrendosi con noci di cocco, radici selvatiche, gambi di giglio e semi. Alcuni hanno provato a realizzare delle reti per pescare. I bambini - afferma Yasmin Haque - hanno disperato bisogno di aiuto, alcuni hanno dovuto correre per salvare le proprie vite e sono stati separati dalle loro famiglie. E’ stato molto duro assistere a tutto questo”.

Già 250.000 sud-sudanesi sono scappati nei Paesi vicini – Uganda, Etiopia, Sudan e Kenya – per sfuggire ai combattimenti e trovare aiuto. All’interno del Paese - si legge nel comunicato Unicef - più di 700.000 persone sono sfollate. La maggior parte sono donne e bambini. Con l’arrivo delle piogge gran parte del Paese diventerà irraggiungibile via terra, rendendo più difficile e più costosa la distribuzione via aerea degli aiuti salva vita. I rifugi, le precarie condizioni igienico-sanitarie e le malattie legate all’acqua metteranno ulteriormente sotto sforzo le aree sovraffollate all’interno del Sud Sudan e nei Paesi vicini.

“Oltre le violenze cui i bambini hanno assistito e che hanno subito durante questi 100 giorni, adesso corrono rischi ancora più grandi: malattie e malnutrizione. Il tempo è scaduto per i bambini della nazione più giovane del mondo – abbiamo bisogno di risorse, accesso, pace e sicurezza. I bambini non possono aspettare”, ha concluso Haque. (R.P.)







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