Papa in Terra Santa. Il card. Sandri: "La Chiesa è dalla parte di chi soffre"
“Ad Amman sarà molto importante l’incontro di Papa Francesco con le vittime della
catastrofe umanitaria causata dalla guerra in Siria, dopo la tragedia in Iraq. L’incontro
con i profughi mostrerà che la Chiesa è dalla parte di quelli che più soffrono, e
costituirà un appello al mondo intero per un aiuto concreto a queste persone”. È quanto
afferma il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali,
parlando del viaggio, a maggio, di Papa Francesco in Terra Santa.
In un’intervista
in uscita sul numero di marzo-aprile del bimestrale Terrasanta e ripresa dall'agenzia
Sir, il cardinale ricorda che “il viaggio avrà fondamentalmente un significato ecumenico,
sulla scia di un interrogativo che c’interpella tutti e che è sempre più incomprensibile:
perché siamo divisi? Perché se tutti crediamo in Cristo stiamo dando questo spettacolo
di divisione? È enormemente significativo - aggiunge Sandri - che il Papa incontrerà
il patriarca Bartolomeo e lo abbraccerà esattamente come 50 anni fa si abbracciarono
Paolo VI e Atenagora proprio nel Santo Sepolcro, che rappresenta il luogo in cui si
avverte maggiormente la divisione dei cristiani.
Nell’intervista il prefetto
si sofferma anche sull’annosa trattativa con Israele per la restituzione del Cenacolo,
intesa come un possibile gesto verso Papa Francesco: “Le sorprese non sono da escludere,
specialmente da un popolo sensibile alle istanze religiose come il popolo d’Israele,
un popolo che capisce l’importanza di questo luogo per i cristiani, e per i cattolici
in particolare”. Un gesto come la restituzione, spiega il card. Sandri, “sarebbe magnifico
non solo perché sarebbe un atto unilaterale, ma soprattutto come gesto di corrispondenza
all’amore che Papa Francesco dimostra per il popolo ebraico, e che tutti manifestiamo
per la fede di Abramo”. (R.P.)