Russia sospesa dal G8, mentre gli Usa valutano sanzioni economiche settoriali
La crisi politica in Crimea anche ieri al centro dei colloqui fra gli oltre 50 capi
di Stato e di governo all'Aja, nella seconda e ultima giornata del summit sulla sicurezza
nucleare. Lunedì, intanto, annullato il G8 previsto a giugno a Sochi, sostituito con
un meeting del G7 a Bruxelles, dunque senza la Russia, almeno finchè questa non riprenderà
la strada del dialogo. Al vaglio anche ulteriori misure economiche restrittive nei
confronti di Mosca. Intanto, in Ucraina cambio ai vertici della Difesa: via il ministro
ad interim Teniukh, criticato per non avere saputo gestire i militari ucraini
nella Crimea occupata dai russi. Unità e sostegno al popolo ucraino dunque il filo
conduttore che emerge dall’Aja, ma la decisione più importante resta quella della
sospensione del G8 a Sochi. Si alza dunque il tono della disputa, come sottolinea,
al microfono di Gabriella Ceraso, Elena Sciso, ordinario di Diritto
internazionale alla Luiss di Roma:
R. – È una cosa
certamente significativa ed importante. Il G7, poi diventato G8, è un gruppo ristretto
di Stati che condividono non soltanto gli indirizzi economici generali, ma condividono
anche alcuni valori politici: il rispetto dei diritti dell’uomo, la democrazia e lo
stato del diritto. Quindi, dire oggi che è opportuno che la Russia non partecipi a
queste riunioni può essere una sanzione politica. E’ indubbio che la comunità internazionale
sta cercando di isolare Mosca in tutti i contesti in cui ciò è possibile, rispetto
al fatto che la Russia ha violato in modo flagrante questi principi condivisi.
D.
– Dall’altra parte, c’è il fronte americano: questo viaggio in Europa di Obama - domani
a Bruxelles, dopodomani a Roma - da viaggio pacifico e di apertura si sta trasformando
in viaggio abbastanza complicato, in cui sicuramente è importante tenersi ben stretto
l’alleato europeo. Fino a che punto si può spingere ancora Obama?
R. – Gli
Stati Uniti possono mettere sul piatto questa loro produzione autonoma di petrolio
e di gas naturale, potrebbero anche decidere di esportarne una parte in Europa. È
sufficiente per soddisfare il fabbisogno dell’Europa? Diciamo che il livello delle
sanzioni dipende anche da queste valutazioni che i governi sono chiamati a fare…
D.
– Parallelamente alle grandi decisioni, come quella appunto della sospensione del
G8, si continua a dire su entrambi i fronti che resta aperta la porta della diplomazia.
Questa espressione a questo punto che cosa significa?
R. – Credo che il dialogo
non sia mai stato interrotto, al di là poi della durezza di certe prese di posizione,
perché è in gioco un equilibrio complessivo, globale non solo europeo, che nessuno
Stato ha veramente interesse a mettere in gioco più di tanto. Questo equilibrio ha
già avuto un fortissimo scossone e non credo sia nemmeno negli interessi della Russia
continuare. Adesso, ci sono gli osservatori dell’Osce in Ucraina e questo mi sembra
già un buon segnale perché naturalmente sono presenti anche con il consenso della
Federazione russa.