Paraguay: la Chiesa esorta governo e lavoratori alla non violenza in vista dello sciopero
generale
Le mobilitazioni dei contadini e lo sciopero generale dei lavoratori convocato per
oggi preoccupano i vescovi del Paraguay che in un messaggio esortano al dialogo, alla
sicurezza e al rispetto delle leggi da parte dei manifestanti e del governo. In un
comunicato l’episcopato paraguaiano ha chiesto il rispetto reciproco, anche dei lavoratori
che non aderiranno allo sciopero, per garantire il carattere pacifico della protesta.
“Chiediamo
i manifestanti di evitare ogni tipo di provocazione e di violenza, e alle autorità
misure di precauzioni per garantire la sicurezza, l’integrità e la vita delle persone”-
si legge nella nota. L’episcopato sottolinea che tutti i cittadini hanno il diritto
a una vita degna, soprattutto in un Paese che “soffre di una profonda iniquità e che
grida solidarietà e giustizia sociale”. Il comunicato dei vescovi paraguaiani afferma
che è indispensabile un dialogo di ampio consenso sociale e politico per riuscire
a trovare le soluzioni ai grandi problemi sociali che vive il Paese ed evitare la
violenza, l’insicurezza, la criminalità e ogni forma d’illegalità e ingiustizia. Infine,
i presuli invitano i fedeli a pregare per l’unità, per la promozione umana e l’evangelizzazione
del Paraguay.
Domenica scorsa, è iniziata la XXI Marcia dei contadini poveri
verso la capitale, Asunción, che protestano contro l’agricoltura basata sui grandi
latifondi di soia, mais e grano da esportazione ed esige la deroga della legge introdotta
dal governo per attrarre capitale privato in cambio di concessioni, licenze e imposte
che rischiano di impoverire ancora di più i piccoli agricoltori. Inoltre, chiedono
la liberazione dei contadini detenuti dalla polizia durante le proteste contro le
disinfestazioni delle piantagioni che non rispettano le norme ambientali e distruggono
le coltivazioni.
La marcia contadina coinciderà con lo sciopero generale dei
lavoratori che si oppongono all’incremento in un 20% del trasporto pubblico e reclamano
l’aumento del salario minimo in un 15%. (A cura di Alina Tufani)