Il popolo ucraino non deve decidere tra Est e ovest: così Obama dopo il G7 sull'Ucraina
“Il popolo ucraino non ha la necessità di scegliere fra Est e Ovest”. A dichiararlo
è il presidente Usa. Dopo il G7, lunedì, che ha rafforzato le sanzioni alla Russia
per le sue azioni “inaccettabili” sulla Crimea, Obama ha parlato a conclusione, sempre
all’Aja, dell'incontro sulla sicurezza nucleare con oltre 50 leader di tutto il mondo.
Ha assicurato che se la Russia non si fermerà ci saranno conseguenze. Il servizio
di Fausta Speranza:
Sarei disonesto
se dicessi che c'e' una soluzione semplice in Crimea". Così Obama che ricorda i rapporti
storici che legano la penisola alla Russia. Poi il presidente Usa smentisce che i
russofoni siano minacciati in Ucraina e rifiuta il parallelo con il Kossovo, dove
- dice - “abbiamo visto il massacro di migliaia di persone". Obama ribadisce: "Ogni
alleato della Nato ha la rassicurazione della difesa collettiva e a proposito di possibili
minacce sui Paesi baltici, aggiunge: "Ci sono momenti in cui l'azione militare può
essere giustificata". Ma tra tante parole dure non manca il riferimento alla porta
della diplomazia che resta aperta. Nei fatti c’è che, a conclusione del G7 e dell’incontro
sul nucleare, la Russia è sospesa dal club dei grandi. I leader del G7 non incontreranno
piu' Putin finche' "non cambiera' comportamento". La prossima riunione si terra' a
Bruxelles a giugno, a sette. Dunque, niente G8 di Sochi.
Si alza dunque
il tono della disputa, come sottolinea, al microfono di Gabriella Ceraso, Elena
Sciso, ordinario di Diritto internazionale alla Luiss di Roma:
R. – È una cosa
certamente significativa ed importante. Il G7, poi diventato G8, è un gruppo ristretto
di Stati che condividono non soltanto gli indirizzi economici generali, ma condividono
anche alcuni valori politici: il rispetto dei diritti dell’uomo, la democrazia e lo
stato del diritto. Quindi, dire oggi che è opportuno che la Russia non partecipi a
queste riunioni può essere una sanzione politica. E’ indubbio che la comunità internazionale
sta cercando di isolare Mosca in tutti i contesti in cui ciò è possibile, rispetto
al fatto che la Russia ha violato in modo flagrante questi principi condivisi.
D.
– Dall’altra parte, c’è il fronte americano: questo viaggio in Europa di Obama - domani
a Bruxelles, dopodomani a Roma - da viaggio pacifico e di apertura si sta trasformando
in viaggio abbastanza complicato, in cui sicuramente è importante tenersi ben stretto
l’alleato europeo. Fino a che punto si può spingere ancora Obama?
R. – Gli
Stati Uniti possono mettere sul piatto questa loro produzione autonoma di petrolio
e di gas naturale, potrebbero anche decidere di esportarne una parte in Europa. È
sufficiente per soddisfare il fabbisogno dell’Europa? Diciamo che il livello delle
sanzioni dipende anche da queste valutazioni che i governi sono chiamati a fare…
D.
– Parallelamente alle grandi decisioni, come quella appunto della sospensione del
G8, si continua a dire su entrambi i fronti che resta aperta la porta della diplomazia.
Questa espressione a questo punto che cosa significa? R. – Credo che il dialogo
non sia mai stato interrotto, al di là poi della durezza di certe prese di posizione,
perché è in gioco un equilibrio complessivo, globale non solo europeo, che nessuno
Stato ha veramente interesse a mettere in gioco più di tanto. Questo equilibrio ha
già avuto un fortissimo scossone e non credo sia nemmeno negli interessi della Russia
continuare. Adesso, ci sono gli osservatori dell’Osce in Ucraina e questo mi sembra
già un buon segnale perché naturalmente sono presenti anche con il consenso della
Federazione russa.